I papabili e il loro "indice woke":
Luis Antonio Tagle (Filippine) – 90% Conosciuto come il "Francesco asiatico", Tagle è Prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione dei Popoli. Nato nel 1957 a Manila, si distingue per la sua attenzione agli emarginati e per le aperture su temi sociali e morali.
Matteo Zuppi (Italia) – 85% Arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, Zuppi, nato a Roma nel 1955, è famoso per il suo impegno nel dialogo con la comunità LGBTQ+ e nelle missioni di pace.
Peter Turkson (Ghana) – 65% Giapponese di adozione, africano d'origine, Turkson è stato arcivescovo di Cape Coast ed è stato alla guida del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Nato nel 1948, unisce sensibilità sociale e prudenza morale.
Pietro Parolin (Italia) – 50% Nato nel 1955 a Vicenza, è da anni Segretario di Stato vaticano. Equilibrato diplomatico, rappresenta un profilo più moderato, capace di mediare tra diverse sensibilità ecclesiali.
Péter Erdő (Ungheria) – 25% Arcivescovo di Esztergom-Budapest e Primate d'Ungheria, Erdő (classe 1952) è considerato uno dei candidati più conservatori, specialmente sui temi della morale sessuale e dell'immigrazione.
Robert Sarah (Guinea) – 10% Nato nel 1945, ex Prefetto della Congregazione per il Culto Divino, Sarah è noto per le sue posizioni fortemente critiche verso il "relativismo" occidentale e le derive progressiste.
Gerhard Müller (Germania) – 5% Ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, nato nel 1947, Müller è un esponente di punta dell'ala tradizionalista, critico verso molte delle aperture del pontificato di Francesco.