Svizzera, 12 dicembre 2019

"Se la preferenza indigena funziona perchè così tanti frontalieri?"

Se la preferenza indigena light funziona perchè il numero di frontalieri continua ad aumentare insieme a disoccupati, sottoccupati e persone in assistenza? Il Consigliere nazionale Lorenzo Quadri, in un'interpellanza inoltrata al Consiglio federale, ha posto una serie di domande sull'asserita validità della legge di applicazione dell'iniziativa contro l'immigrazione di massa, chiamata anche preferenza indigena light.

In particolare Quadri vuole sapere quanti sono gli svizzeri rispettivamente gli stranieri e i frontalieri assunti tramite questa nuova legge, quante delle persone che avrebbero trovato impiego con la preferenza indigena l'avrebbero trovato lo stesso e con che elementi si può considerare un successo il fatto che l'8,3% di persone annunciate agli URC abbiano trovato un impiego.

Di seguito il testo completo dell'interpellanza presentata da Lorenzo Quadri:

Preferenza indigena (?) light: raccontiamola giusta  

Come noto, le maggioranze politiche in Parlamento ed il Consiglio federale hanno rifiutato di applicare la preferenza indigena votata dal popolo il 9 febbraio 2014, snaturandola nella cosiddetta preferenza indigena light (obbligo di annuncio dei posti di lavoro vacanti agli URC per alcuni settori professionali), entrata in vigore il primo luglio 2018.

Il 1° novembre 2019 la SECO ha divulgato il primo rapporto di monitoraggio sull’applicazione della preferenza indigena (?) light. Come di consueto i toni sono entusiastici, mirati a far credere che la preferenza indigena (?) light – di fatto una non preferenza indigena – funzioni. Viene perfino indicato che l’8.3% delle persone annunciate agli URC avrebbe trovato un impiego.

Chiedo al CF:

Come si concilia l’asserita efficacia della preferenza indigena light con il fatto

che, anche dopo la sua entrata in vigore, in Ticino il numero dei frontalieri ha continuato a crescere, così come pure quello dei ticinesi in assistenza, disoccupati e sottoccupati, ed è ormai vicinissimo a quota 70mila, con un’impennata in particolare nel settore terziario dove i frontalieri soppiantano i residenti, ciò che è in totale contraddizione con qualsiasi tipo di “preferenza indigena”?

Quante delle persone che sarebbero state assunte a seguito dell’obbligo di annuncio sono svizzere? Quante sono straniere? Di quale nazionalità? Quanti sono i frontalieri?

Quante delle persone annunciate agli URC nell’ambito della preferenza indigena light non sarebbero state assunte senza di essa?

Nella verosimile eventualità che l’UE decida nel prossimo futuro che la redita di disoccupazione ai frontalieri va versata dallo Stato dove il frontaliere lavorava e non da quello di residenza - imposizione cui come di consueto la Svizzera si affretterà ad adeguarsi contro i propri interessi - la conseguenza sarebbe l’iscrizione in massa agli URC di tutti i frontalieri che hanno perso il lavoro, ciò che oggi avviene solo saltuariamente: in queste condizioni, in che modo l’obbligo di annuncio dei posti vacanti agli URC potrebbe ancora essere considerato una preferenza “indigena”? E’ forse intenzione del CF considerare i frontalieri come indigeni?

In base a quali valutazioni e termini di paragone la presunta percentuale dell’8.3% di persone assunte a seguito dell’annuncio agli URC in base alla cosiddetta preferenza indigena (?) light viene presentata come un successo?

Lorenzo Quadri

Consigliere nazionale

Lega dei Ticinesi

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