BERNA – La seconda è stata quella buona. La seconda ha fatto esultare Berna e la Svizzera tutta. La seconda ci tiene in vita e, anzi, ci mette il destino nelle nostre mani. Già, dopo la sconfitta rimediata all’esordio contro la Norvegia, la Nazionale femminile impegnata negli Europei casalinghi non ha tremato, non è inciampata e non ha fallito contro l’Islanda che, di fatto, ha già salutato la competizione: il 2-0 finale maturato ieri sera al Wankdorf regala alle ragazze di Pia Sundhage la possibilità d giocarsi il proprio futuro contro la Finlandia con due risultati su tre a favore. Anche solo un pareggio premierebbe le nostre portacolori.
Il risultato finale, bisogna sottolinearlo, non fotografa del tutto quanto visto e ammirato sul manto sintetico di Berna. L’Islanda, contro la quale avevamo pareggiato le ultime due sfide valide per la Nations League e contro la quale avevamo ottenuto l’unica vittoria a un Europeo (nel 2017), ci ha fatto temere, sudare e tremare… così come per ben due volte ha tremato la traversa della porta difesa dalla nostra Peng. Questa volta, però, la buona sorte è stata dalla nostra parte e così, dopo una rete annullata alla Fölmli per un suo precedente fallo, nella seconda frazione sono arrivate prima la rete della Reuteler e poi quella della Pilgrim, che hanno deciso la sfida e ci lanciano verso la fase a eliminazione diretta.
Contro la Finlandia ci giocheremo le nostre carte, grazie al carattere dimostrato fin qui dalla nostra Nazionale, con la testa e con la determinazione che Pia Sundhage è riuscita a creare nella testa e nel carattere delle nostre ragazze. Certo, l’obiettivo finale difficilmente sarà quello di vincere questo Europeo – ci sono corazzate, come la Spagna, l’Inghilterra, la Francia, la Germania e anche l’Italia che sono nettamente più forti – ma ciò che conta in questa manifestazione è andare avanti il più possibile, per far crescere l’interesse intorno al calcio femminile, per far aumentare il pubblico presente durante le partite e per solleticare la voglia e il desiderio delle giovani leve ad avvicinarsi a questo meraviglioso sport. In Svizzera siamo ancora un po’ indietro come movimento femminile – diventare professioniste è veramente complicato – ma con la buona volontà, con l’interesse nazionale e con i buoni risultati che la Nazionale spera di ottenere, tutto è fattibile.