Svizzera, 23 maggio 2019
Accordo quadro, il Consiglio federale prende tempo
In risposta a diverse richieste, provenienti da più parti, di condurre ulteriori negoziati per migliorare l'accordo istituzionale negoziato con l'UE, il Consiglio federale ha deciso di prendere tempo.
"È prematuro decidere già ora su eventuali ulteriori negoziati con l'UE o altre misure". Nella sua risposta pubblicata giovedi concernenti due mozioni delle commissioni dell'economia del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati, il governo rende noto di voler decidere dei prossimi passi nel dossier sull'Accordo quadro "prima della pausa estiva", e sulla base dei risultati complessivi della consultazione.
D'altra parte, il Consiglio federale ha accettato una mozione presentata dal PPD presentata in entrambe le Camere. La mozione chiede al Consiglio federale di presentare alle Camere, oltre all'Accordo, una base giuridica che specifica il processo applicabile per il recupero dinamico del diritto europeo.
La ripresa degli sviluppi pertinenti del diritto dell'UE seguirà la normale procedura per la conclusione di accordi internazionali. Le competenze e i diritti di partecipazione che la Costituzione e le leggi svizzere conferiscono già al Parlamento, ai cantoni e alle persone sono quindi pienamente garantiti, sostiene il Consiglio federale. Se la Svizzera decidesse di firmare l'accordo istituzionale, il Consiglio federale

esaminerà in che misura lo sviluppo è fattibile per l'attuazione.
Prima di decidere se approvare l'accordo quadro, il governo ha deciso a dicembre di avviare una consultazione a livello nazionale. Le richieste avanzate dalle Commissione dell'economia sono state affrontate da molti altri partecipanti, afferma il Consiglio federale.
La Commissione dell'economia del Consiglio nazionale richiedeva ulteriori negoziati per garantire che l'attuale livello di protezione salariale sia garantito, la ripresa della direttiva sulla cittadinanza espressamente esclusa e il margine di manovra per concedere aiuti di stato sia mantenuto.
La sua controparte del Consiglio degli Stati ha invece aggiunto altre tre richieste: garantire che i cittadini svizzeri continuino ad avere l'ultima parola nonostante la ripresa dinamica della legislazione europea da parte della Svizzera, una definizione più chiara della risoluzione delle controversie, il trattamento dell'iniziativa popolare che vuole denunciare l'accordo sulla libera circolazione delle persone con l'UE.
Il Consiglio degli Stati si esprimerà sulla propria mozione il 14 giugno, il Consiglio nazionale il 20 giugno. Se entrambe le mozioni sono accettate, il governo dovrà rinegoziare sulla base di punti comuni a entrambi i testi, secondo specificano i servizi del Parlamento.