Svizzera, 27 novembre 2018
Accordo fiscale: "Così non si può andare avanti"
Il Consigliere nazionale Lorenzo Quadri interpella il Consiglio federale sull'accordo fiscale dei frontalieri, in quanto il processo di ratifica è stato congelato dal parlamento italiano. Per Quadri è ora necessario che il Consiglio federale intervenga o con la disdetta dell'accordo del 1974 che regola i ristorni dal Ticino all'Italia, bloccando i ristorni oppure risarcendo il Ticino, dal momento che il "prezzo" dell'accordo è interamente a carico del cantone. Di seguito il testo completo dell'interpellanza:
Ristorni dei frontalieri e Convenzione del 1974: così non si può andare avanti
Il processo di ratifica da parte italiana del nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri è di nuovo incagliato, probabilmente in modo definitivo. Questa volta a seguito di una mozione di due deputati del Movimento 5 Stelle.
Si ricorda che l’accordo in questione, stando alle promesse dell’ex CF Widmer Schlumpf, avrebbe dovuto essere realtà da ormai quattro anni. La stessa ex direttrice del DFF nel 2014 aveva annunciato alla Deputazione ticinese alle Camere federali che, in caso di “reticenza” italiana, avrebbe proposto al Consiglio federale l’adozione di “misure unilaterali” nei confronti dell’Italia: segnatamente la denuncia della Convenzione del 1974 sui ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri.
Il lungo tira e molla su questo accordo ha ormai stancato. Le nuove maggioranze politiche italiane appaiono – com’era ampiamente prevedibile: vedi al proposito la mozione 18.3155 di chi scrive – ancora più intenzionate a tutelare i privilegi fiscali dei frontalieri;
per quanto essi siano ingiustificati, in prima linea nei confronti dei cittadini italiani che lavorano in patria.
Non è più possibile né ragionevole negare che, senza esercitare pressioni di tipo finanziario, ovvero senza interrompere il flusso annuo dei ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri - il cui ammontare è ormai lievitato a quasi 84 milioni di Fr all’anno! – la Svizzera non otterrà mai nulla dalla Vicina Penisola.
Il che significa: o il governo ticinese blocca il versamento dei ristorni, o il CF disdice la sopra citata Convenzione del 1974 (oppure entrambe le cose, nell’ordine indicato).
Al proposito, va rilevato che la decadenza automatica dell’accordo contro la doppia imposizione con l’Italia in caso di disdetta della Convenzione è un’ipotesi, ma non una certezza. Ci sono esperti che sostengono il contrario.
Chiedo pertanto al CF:
Il CF, vista la fase di stallo permanente, è disposto a finalmente denunciare la Convenzione del 1974 sui ristorni delle imposte dalla fonte dei frontalieri, così come annunciato dall’ex CF Widmer Schlumpf nel 2014?
Nel caso in cui la maggioranza del governo ticinese decidesse di bloccare il versamento dei ristorni, il CF sarebbe pronto ad appoggiare tale scelta, o per lo meno a non esercitare pressioni per ottenere il versamento?
Poiché il prezzo dell’accordo del 1974 è stato scaricato interamente sul Ticino: il CF è finalmente disposto a distanziarsi dalla linea fin qui tenuta ed a riconoscere un risarcimento al Ticino?
Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale
Lega dei Ticinesi