Una decisione della Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE) relativa all'Austria potrebbe avere serie ripercussioni sulle possibilità di un accordo istituzionale tra Svizzera e Unione europea. I giudici con sede a Lussemburgo hanno reso martedì una sentenza che stabilisce che la protezione dei salari è illegale, riporta il Tages-Anzeiger.
I fatti sono avvenuti in Austria, dove il proprietario di una residenza si è rivolto a un'azienda slovena per lavorare nella sua casa in Carinzia. Durante un'ispezione, le autorità austriache hanno riscontrato che la società non rispettava le norme contro il dumping salariale. Pertanto hanno applicato le misure previste dalla legge austriaca. Il proprietario ha dovuto sospendere i pagamenti e pagare un acconto come garanzia nel caso in cui la società slovena non pagasse la sanzione. La CGUE ha dichiarato illegali tali misure, ritenendo che il congelamento dei pagamenti e il deposito fossero incompatibili con la legge europea. A suo avviso, queste misure vanno al di là di quanto necessario per proteggere i lavoratori e combattere le frodi.
Questa sentenza arriva nel momento in cui il Consiglio federale sta negoziando un accordo istituzionale con l'Unione europea, discussioni che si concentrano principalmente sulle misure di accompagnamento e sulla protezione salariale. Bruxelles sta cercando di costringere la Svizzera a seguire la legge europea. La Swiss Trade Union Union (USS) si oppone con tutte le sue forze,