TICINO/JURA - Lorenzo Quadri, sulle colonne del Mattino della Domenica, accende il dibattito: “Piscine chiuse agli stranieri? Pensiamoci anche noi”. Il riferimento è al caso di Porrentruy, dove dal 4 luglio al 31 agosto l’accesso alla piscina comunale è vietato agli stranieri privi di permesso C, contratto di lavoro o soggiorno nel Giura. Una misura presa dopo una lunga serie di furti, molestie e risse causate da utenti “francesi” ma precisa Quadri, “che però tanto francesi non sono”.
Il consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi difende la decisione del Comune giurassiano sottolineando che “i biglietti d’ingresso in una piscina pubblica coprono solo una piccola parte dei costi d’esercizio”, mentre “la parte restante... rimane a carico del contribuente. Il quale ha pertanto tutto il diritto di usufruire in pace dei servizi che paga”. E se in Francia e Germania i media si scandalizzano, gli utenti online approvano: “I lettori della comunità online del quotidiano [Bild] sono entusiasti dell’iniziativa, che vorrebbero vedere applicata anche in Germania”.
Quadri punta il dito contro la “cricca woke e spalancatrice di frontiere” e contro gli enti federali che attaccano la misura: “Naturalmente qualcuno, in Svizzera, doveva mettersi a starnazzare contro la piscina vietata agli stranieri. Questo qualcuno è l’inutilissima e faziosa Commissione federale contro il razzismo (CFR)... che andrebbe semplicemente abolita, come da mozione leghista pendente in Consiglio nazionale”.
Infine, l’affondo sul Ticino, dove – pur in assenza di episodi di delinquenza come a Porrentruy – si registra un sovraffollamento delle piscine pubbliche a causa dell’arrivo di bagnanti italiani: “Nel Mendrisiotto, nel Malcantone e anche altrove ci sono piscine letteralmente prese d’assalto da utenti italici”. Da qui la proposta: “Una riflessione sul ‘modello Porrentruy’ va fatta anche alle nostre latitudini”.