RSI - Mentre il personale della RSI annuncia la nascita del “GAP – Gruppo d’Azione del Personale RSI”, il dibattito si accende subito sui social. I commentatori non risparmiano critiche. C’è chi fa notare che “le conseguenze per i tanti impiegati della Posta che hanno perso il lavoro, o per chi lavora negli ospedali, sono ben più gravi e meriterebbero molta più attenzione”. L’accusa è di due pesi e due misure: da una parte licenziamenti silenziosi nel servizio pubblico, dall’altra clamore mediatico per il personale RSI.
Il paragone di un altro utente tra RSI e RAI è impietoso: “La Rai ha 12.000 dipendenti per 60 milioni di abitanti e gestisce decine di canali e testate. La RSI ha 1.000 dipendenti per 300.000 abitanti… e quattro canali?” scrive un utente, polemizzando anche sui costi delle trasmissioni: “Patti Chiari impiega una decina di persone per una puntata a settimana per 7 mesi l’anno”.
Il tema del canone da 200 franchi torna più volte. “Per quello che propongono, 200 fr sono ancora troppi”, ribadiscono in molti. Qualcuno propone addirittura un altro sistema: “Chi vuole vedere i programmi RSI, paghi un abbonamento. Gli altri no”. Un’idea che trova consenso, soprattutto tra coloro che dichiarano di non fruire dei contenuti della radiotelevisione svizzera.
Infine, una critica più generale: “È il risultato di un’informazione politicizzata che più che informare, infastidisce. Oggi raccolgono quanto seminato”. In sintesi, la nascita dei "partigiani" GAP RSI non ha acceso solidarietà: ha acceso un fuoco, ma di polemiche.
Fonte: commenti facebook in risposta all'annuncio del GAP RSI.