La legge dovrebbe essere uguale per tutti, eppure secondo quanto emerge da una ricerca universitaria, le sanzioni per lo stesso reato possono variare nettamente da un giudice all'altro. Una tesi di dottorato di uno studente dell'Università di Zurigo contesta infatti l'idea che la giustizia venga applicata uniformemente in Svizzera, riporta il quotidiano zurighese "Neue Zürcher Zeitung". Lo studio ha raccolto le opinioni di diverse decine di giudici di primo grado su un caso fittizio: il proprietario di un bar ha sparato sei colpi e ucciso un fuggitivo che avrebbe tentato di rapinare il suo locale dopo l'orario di chiusura. L'indagine ha poi rivelato che il proprietario, un padre di famiglia senza precedenti penali, era ubriaco quando ha aperto il fuoco.
Circa 250 magistrati hanno partecipato all'esperimento e hanno emesso un verdetto. È la prima volta che in Svizzera l'uniformità delle sentenze viene valutata in modo così sistematico. Poiché il caso presentato era simile, anche le sentenze avrebbero dovuto essere simili. Tuttavia, i risultati dimostrano esattamente il contrario. La pena più severa era di quindici anni di carcere, la più mite di un anno con la condizionale.
Sebbene questi siano gli esempi più estremi, i giudizi variano notevolmente anche se si considera la media. In questo caso la pena detentiva è di 6,7 anni di carcere, ma molte sentenze si discostano di tre anni l'uno dall'altro. L'autore dello studio ha sottoposto ai giudici anche casi fittizi meno gravi, riscontrando discrepanze ancora maggiori. Poiché ai partecipanti non è stato chiesto di motivare la loro decisione, non è possibile spiegare queste differenze.
Il Codice penale svizzero, tuttavia, lascia ampio margine di discrezionalità ai giudici nel decidere il caso a seconda del contesto in cui viene commesso un crimine o un illecito. Emergono anche notevoli differenze regionali. Ad esempio, in caso di omicidio, le pene previste sono più miti nel Vallese e nel Canton Vaud rispetto a Zurigo. L'indagine rivela inoltre che la severità non dipende dai giudici, ma dal contesto. Lo stesso magistrato può essere magnanimo in un caso di frode mentre sceglie la pena massima per un omicidio. L'autore della tesi ricorda tuttavia che per questo esperimento i giudici hanno dedicato molto meno tempo rispetto a un vero processo, ciò che potrebbe avere influenzato l'attendibilità del loro giudizio.