Opinioni, 04 novembre 2024

Gobbi: “L’isola che non c’è… più”

Osservazioni sul rapporto del Servizio attività informative della Confederazione

“Quello che stiamo vivendo è un periodo di transizione, pericoloso e instabile, verso una ridefinizione dei rapporti di potere globali. E la sua durata è indeterminata.
 
Il contesto della politica di sicurezza della Svizzera si deteriora di anno in anno e, visto l’ambiente fortemente polarizzato con multicrisi simultanee e conflitti armati in Europa e nella sua periferia, la Svizzera è nettamente meno sicura rispetto anche solo a pochi anni fa”.
 
È un passaggio centrale delle conclusioni a cui è giunto il Servizio delle attività informative della Confederazione che ha di recente presentato il suo nuovo rapporto sulla situazione che si vive in Svizzera. Ne abbiamo parlato con il Direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi. “Questo rapporto ci fa capire come la situazione sia delicata e che per questo occorre investire per assicurare la sicurezza in Svizzera. L’investimento nella sicurezza è stato per troppo tempo sottovalutato, quasi delegittimato. Le spese per avere un esercito credibile nelle sue capacità di difesa sono state negli ultimi vent’anni di gran lunga limitate. Lo stesso discorso può valere per l’impegno e l’impiego di mezzi finanziari in Ticino per avere un Corpo di Polizia che sia davvero garante della nostra sicurezza. Quante volte ho sentito il ritornello che abbiamo troppi agenti. Eppure il lavoro svolto dagli specialisti della Polizia cantonale anche sul fronte della prevenzione contro possibili attacchi terroristici è determinante”, afferma il Consigliere di Stato Norman Gobbi.
 
Quali sono oggi le maggiori minacce che la Svizzera deve affrontare? “La minaccia più grave per la Svizzera a livello di spionaggio – evidenzia il rapporto del SIC – è costituita dai servizi di intelligence russi. La minaccia da parte dei servizi di intelligence cinesi è pure elevata. La guerra contro l’Ucraina e l’inasprimento dello scontro egemonico a livello globale hanno comportato un aumento della minaccia ibrida anche per la Svizzera, con l’aggravante di ciò che succede in Medioriente”, afferma Norman Gobbi, che aggiunge: “Anche la minaccia terroristica in Svizzera rimane elevata e nel 2024 si è accentuata ulteriormente.
Continua a provenire principalmente da singoli individui ispirati al jihadismo. Dall’inizio del 2024 il SIC registra un’intensificazione delle attività a livello internazionale di attori di matrice jihadista. Questo lo vediamo anche dall’aumento di interventi della polizia in Europa dovuti a casi sospetti di terrorismo. Rimane alto il livello di minaccia
derivante dagli estremismi violenti di destra e di sinistra, mentre assistiamo a un aumento dei casi di radicalizzazione dei minori. Tale radicalizzazione avviene online in tempi brevi e può anche portare all’esecuzione di un attacco terroristico, evidenzia il SIC. Gli strumenti per monitorare ed eventualmente affrontare queste minacce nel caso dovessero concretizzarsi non possono mancare. Ne va della sicurezza di tutti noi!”, conclude il Consigliere di Stato Norman Gobbi.

*Dal MDD

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