CASSAMALATI - La “black list” dei morosi della cassa malati torna al centro del dibattito politico. In Ticino, questo sistema – che limita l’accesso ad alcune cure a chi non paga i premi o le partecipazioni pur potendo farlo – era stato introdotto nel 2012, ma sospeso nel 2020 a causa della pandemia.
Ora una maggioranza della Commissione sanità e sicurezza sociale del Gran Consiglio, composta da PLR, Centro e UDC, spinge per ripristinarla con l’obiettivo di scoraggiare i furbetti. PS, Lega, Verdi e Più Donne, al contrario, chiedono la sua abolizione definitiva. Anche la maggioranza dei Comuni ticinesi si è detta favorevole alla riattivazione.
Contro questa ipotesi si schiera con forza Alessandro Mazzoleni, vicecoordinatore della Lega e deputato in Gran Consiglio: «Riattivare la black list per i morosi della cassa malati sarebbe un errore grave. Non solo è inefficace – i dati dimostrano che non ha ridotto il numero dei morosi – ma rappresenta una misura disumana, che viola il diritto alla salute e penalizza chi è già fragile.
La maggior parte dei morosi non lo è per scelta, ma per reale indigenza. Inserirli in una lista che limita l’accesso alle cure significa condannarli a un’esclusione sanitaria inaccettabile. I veri strumenti esistono: esecuzioni, riduzione dei premi, accompagnamento sociale.
Oggi solo tre Cantoni su 26 mantengono queste liste nere, proprio perché eticamente insostenibili. Riproporle significherebbe abbandonare i più deboli e trasformare la solidarietà sanitaria in una vergogna di Stato.»