Opinioni, 01 ottobre 2023

Decalogo per una Svizzera Libera, Laica, Solidale e Neutrale

Tribuna del “politicamente scorretto” di Giorgio Grandini

 
Riprendo il decalogo iniziato la scorsa domenica. Mi rallegro comunque che i temi fondamentali di politica federale vengano finalmente dibattuti (anche se a poco meno di un mese dalle elezioni…) pure dal PLR. Le differenze restano tuttavia abissali: scopriamo assieme perché e alla fine tiriamo le conclusioni.
 
Ambiente
La salvaguardia del nostro ambiente/paesaggio rappresenta un dovere per ogni cittadino. Non metto in dubbio per partito preso il coinvolgimento umano nel cambiamento climatico, ma condanno le reazioni “di pancia” con le quali la nostra politica, seguendo le correnti verdi e modaiole, reagisce. Se oggi ci troviamo confrontati ad aumenti inusitati dei prezzi dell’energia lo dobbiamo proprio anche a questa smodata politica ambientale, che nella sua applicazione è peggiore della problematica climatica stessa. Quindi: no a qualsiasi imposta supplementare in materia (ecotasse); no a quegli impianti eolici o fotovoltaici che deturpano i nostri paesaggi; no alla proibizione dei motori a scoppio entro il 2035.

 
Energia e trasporti
Non avendo materie prime, la Svizzera è dipendente dall’estero per ciò che attiene a gas e petrolio. Essa deve almeno recuperare la sua autonomia nella produzione di energia elettrica, che è insufficiente (specialmente d’inverno) e abbisogna di importazioni fino al 50%: i rispettivi prezzi dipendono dal mercato europeo, fuori controllo perché liberalizzato al 100%. Per l’anno prossimo è previsto un nuovo sostanziale aumento. Quindi: no fermo alla liberalizzazione del mercato interno; sì convinto alla reintroduzione di centrali atomiche pulite.
Tutti costatano che ai portali della galleria del San Gottardo, nelle nostre città e sulle autostrade, le code e gli intasamenti sono ormai la regola. Ritengo che il collasso della rete viaria sia imputabile alla posizione geografica della Svizzera, all’aumento della popolazione e alla politica del lavoro (più frontalieri). Si impone non solo la ristrutturazione degli assi, bensì anche l’aumento delle loro capacità (terza corsia per i tratti critici).
 
Politica estera e migrazione
Nel mondo multipolare che si sta formando, è essenziale, per la sopravvivenza di un Paese piccolo ma industrioso come il nostro, mantenere buoni rapporti e poter negoziare e commerciare con tutto il mondo. Tale obbiettivo si raggiunge solo se la Confederazione rimane rigidamente al disopra delle parti e quindi neutrale.
Soprattutto la politica verso l’UE va gestita criticamente: bisogna privilegiare accordi di libero scambio, rifiutando ogni tentativo (mascherato o no) di sottomissione istituzionale.
Avendo però già ceduto alla chimera dei Trattati di Schengen e Dublino, ci ritroviamo oggi nel più totale caos migratorio (vedi asilanti a Chiasso). Imitiamo i buoni esempi dei nostri vicini: l’Austria ha sospeso dal 2016 il Trattato di Schengen (libera circolazione) e l’Italia quest’anno ha congelato la Convenzione di Dublino (asilanti).
E perché non essere favorevole alla creazione di centri asilanti in paesi extra-europei (con un effetto altamente dissuasivo)?
 
Esercito e sicurezza
Con la caduta del muro di Berlino (fine della guerra fredda), la Confederazione ha adottato una politica di rilassamento nella difesa. L’odierna confusione geopolitica impone di riportare il nostro esercito a effettivi e dotazioni atti ad assolvere la missione principale: la difesa della Nazione.
È sbagliato affidarci completamente alla NATO (e chi dice NATO dice politica egemone USA). La nostra neutralità armata richiede un esercito credibile e indipendente.
Abbiamo inoltre bisogno di maggiori controlli ai nostri confini; di un’integrata coordinazione delle varie forze dell’ordine; di un concetto aggiornato di difesa digitale.
 
Media e informazione
La nostra democrazia deve offrire al Sovrano (cioè ai cittadini che votano) l’accesso a molteplici fonti d’informazione. Ha fatto bene la Svizzera a non imitare l’UE nella messa al bando dei media russi: i diritti fondamentali garantiti dalla costituzione (libertà d’opinione) non sono negoziabili.
Fa invece molto male la SSR, ente pubblico finanziato dai cittadini, far suoi gli schemi “prestampati” del mainstream di stampo USA e UE. Non mi sorprende affatto che questa unilateralità abbia un effetto boomerang (vedi l’iniziativa per l’abbassamento del canone televisivo a CHF 200).
Allo stesso modo, non dobbiamo adottare iniziative sul modello del Digital Service Act europeo, che spalanca le porte a una vera e propria censura di stato nel mondo digitale (internet, social e motori di ricerca).
 
Summa summarum, per me questo Decalogo costituisce il Contratto vincolante (eletto o no a Berna) con i Cittadini Ticinesi che da mesi condividono le mie riflessioni “politicamente scorrette”.
Esprimo un giudizio negativo sull’attuale politica federale, dando al ministro ticinese Cassis il voto 2 (non è vero che “la Svizzera nei momenti difficili debba rifugiarsi sotto l’ombrello dei forti”).
Di diversa opinione è evidentemente la candidata PLR Natalia Ferrara, che apprezza le “sparate” di Cassis e gli attribuisce il voto 5 (condividendo così il concetto che noi svizzerotti “dobbiamo dimenticarci di fare la Svizzera poiché ci pensano già l’UE e il Mondo”).

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