Mondo, 14 aprile 2023

Fra vecchi e nuovi miliardari

Nel 2022 l’ammontare della ricchezza dei cinesi è però scesa del 15%

LUGANO - Tra i vari primati che la Cina ha messo nel suo paniere c’è quello che riguarda i miliardari. Sono 969 (164 in meno rispetto al picco degli anni scorsi), contro i 691 degli Stati Uniti (solo 25 sono stati depennati lo scorso anno). L’ammontare complessivo della ricchezza cinese nello scorso anno è però sceso del 15%, come riportato dai dati del M3M (Hurun Global Rich List), a causa delle incertezze mondiali che hanno creato scompiglio nella creazione di benessere, della svalutazione del 6% del renminbi contro dollaro, della politica zero-Covid del presidente Xi e del collasso del mercato immobiliare, generato dalla rigida politica governativa per frenare la bolla edilizia.


L’iniziativa proclamata nel discorso programmatico del presidente Xi alla sua nomina, “prosperità per tutti”, ha indotto molti tra i cinesi più ricchi a spostare il loro denaro in paradisi fiscali, quali Singapore e Macao, attraverso il business del gioco d’azzardo, utilizzando persino canali bancari della Corea del Nord. Nonostante tutto, la Cina continua ad occupare il primo posto nel mondo per numero di miliardari e soprattutto Pechino vanta il primato in termini di ricchezza, con 109 di loro che vi risiedono (a New York se ne contano solo 103, come a Shangai) tra cui lo stesso presidente Xi e molti alti esponenti del Partito Comunista.


Nella classifica mondiale, dopo Cina e Stati Uniti, troviamo l’India (187 miliardari), la Germania (144 miliardari), il Regno Unito (134 miliardari) e la Russia (70 miliardari), nonostante tutte le sanzioni occidentali imposte a Mosca dopo l’invasionedell’Ucraina. In Svizzera, i miliardari che hanno fortune per figurare nel Bloomberg Billionaires Index sono solo 8 (cittadini svizzeri o stranieri residenti in Svizzera) e 7 cittadini italiani. Cinque degli otto fanno parte di due note e storiche famiglie di imprenditori, gli altri si sono trasferiti in Svizzera negli anni per motivi spesso legati al proprio giro d’affari. Il più ricco dei miliardari rossocrociati (nell’elenco dei primi 100 al mondo) è di Ginevra, ma di origini italiane e si occupa di finanza, sport e filantropia. 



In Asia, con il 57% della popolazione del pianeta, si conta il 49% dei miliardari mondiali e il 39% della ricchezza complessiva, mentre in America del Nord ed in Europa, sommate insieme con il 15% della popolazione, troviamo il 46% di miliardari ed il 57% della ricchezza. È abbastanza evidente che non si può definire una situazione in equilibrio, in termini di denaro. E va fatta un’altra constatazione: nessun cinese, come persona singola, si situa nell’elenco dei primi 10 miliardari al mondo, europei ed americani, l’unico asiatico al decimo posto è un magnate indiano. Si potrebbe ritenere che faccia parte della politica adottata dal governo di Pechino, che ha il preciso scopo di tenere sotto controllo i singoli e di intervenire nazionalizzando imprese e giro d’affari. Come ha di recente scritto Henny Sender, analista dei mercati: “L’interrogativo che (Pechino) si pose un decennio fa, si ripresenta ai giorni nostri. Quando la ricchezza è troppa ricchezza? A quale punto un imprenditore scavalca l’invisibile linea e si trasforma in un capitalista sfruttatore e si deve intervenire?”.


Questa incertezza ha allarmato molti e nell’ultimo trimestre dello scorso anno gli investimenti di capitale per le imprese sono scesi a 7 miliardi di dollari contro i 27 miliardi dello stesso periodo del 2021.
Tra l’élite dei “paperoni” cinesi si è rafforzata la preoccupazione per la possibile imposizione
di una nuova tassa sul loro patrimonio e persino sulla loro sicurezza personale. Un allarme è scattato quando sembrava essere sparito, per poi ricomparire, Bao Fan, patron della China Renaissance quotata in borsa, e dal tenore di vita un po’ eccentrico (girava in una Rolls-Royce color porpora).


Della nuova classe di super ricchi cinesi si sa ben poco, ma i membri di questo circoscritto gruppo sono destinati a diventare sempre più ricchi quando i loro prodotti invaderanno ulteriormente i mercati del mondo per la loro imbattibile competitività. Si tratta, per la maggior parte, di persone che hanno costruito la loro fortuna dal nulla in vari settori, dalla tecnologia, agli alimentari, dalla chimica ed al manifatturiero ed ora, per convenienza, stanno diventando importanti anche all’interno del Partito Comunista.


In testa alla classifica c’è un certo Zhong Shanshan, fondatore del gruppo YST, la più grande azienda di bevande in Cina che deve la sua immensa fortuna alla quotazione alla Borsa di Hong Kong di un’acqua minerale. Accanto, se non prima, c’è Jack Ma (59 anni) fondatore del portale di e-commerce Alibaba. In gennaio, Pechino ha deciso di acquistare una “golden share” delle sue azioni, per formalizzare un maggiore controllo da parte delle autorità e dare al governo un notevole potere decisionale su una parte del suo giro d’affari. A seguito di tutto questo, l’anno scorso Ma ha trascorso parecchio tempo in Giappone stringendo accordi con il sistema finanziario nipponico.


Altro miliardario è un ex agricoltore di 40 anni fondatore del marketplace di prodotti alimentari, forniti direttamente dai contadini cinesi e vanta 240 milioni di clienti. Poi c’è He Xiangjian (79 anni), che è il re degli elettrodomestici. Nel 1968 ha fatto partire una piccola impresa per la produzione di tappi per bottiglie, nel 1980 è passato ai ventilatori e poi ai condizionatori ed ora agli elettrodomestici “bianchi” (basso consumo) venduti in tutto il mondo. Nell’elenco figura anche Qin Yinglin, nato poverissimo in una famiglia che possedeva solo 22 maiali ed ora la sua società ne macella 5 milioni all’anno.
La Cina deve però fare molta attenzione perché lo scenario sta cambiando: prima i miliardari esportavano solo i capitali, di recente si spostano anche fisicamente con le loro imprese ed inoltre anche i milionari (molto meno ricchi) sembrano seguire lo stesso percorso, valutando le opzioni loro offerte dal cosiddetto “polo” occidentale (Europa, USA, ed alleati), nel tentativo di eludere lo stretto controllo del governo di Pechino.

A cura di VITTORIO VOLPI

Guarda anche 

Inflazione ai minimi, ma elettricità e riscaldamento sempre più cari

Gli ultimi dati sull’inflazione sono incoraggianti e mostrano un aumento annui pari all'1,3% a gennaio, quando a dicembre era ancora all’1,7%. Tuttavia, l...
14.02.2024
Svizzera

Sospettati di aver comprato un hotel per spiare i caccia svizzeri

È una vicenda che ricorda un film di spionaggio quella avvenuta quest'estate nel pittoresco villaggio di Unterbach bei Meiringen, nell'Oberland bernese, e ...
24.12.2023
Svizzera

Dipendente urina nella vasca di malto del birrificio: aperta un’indagine

TSINGTAO (Cina) – Il birrificio cinese Tsingtao ha aperto un’indagine dopo la circolazione di un video che mostrava un dipendente urinare nel serbatoio di mal...
24.10.2023
Magazine

VIDEO – Cadono calcinacci dal viadotto: “È tutto normale”

SAVONA (Italia) – Chissà quante volte molti di noi sono passati da quelle parti, anche per regalarsi una domenica di mare, un weekend di sole e serenit&agrav...
12.10.2023
Magazine

Informativa sulla Privacy

Utilizziamo i cookie perché il sito funzioni correttamente e per fornirti continuamente la migliore esperienza di navigazione possibile, nonché per eseguire analisi sull'utilizzo del nostro sito web.

Ti invitiamo a leggere la nostra Informativa sulla privacy .

Cliccando su - Accetto - confermi che sei d'accordo con la nostra Informativa sulla privacy e sull'utilizzo di cookies nel sito.

Accetto
Rifiuto