Mondo, 09 luglio 2025

La piscina “anti-francesi” di Porrentruy fa discutere anche all'estero, “gli svizzeri sono avanti anni luce”

La decisione di vietare l'accesso alla piscina di Porrentruy ai visitatori non residenti sta facendo discutere ben oltre i confini svizzeri. Presentata dalle autorità comunali come un modo per combattere l'inciviltà, questa misura ha attirato l'attenzione anche dei media internazionali, tra cui il quotidiano tedesco "Bild".

Un messaggio pubblicato su Facebook ha scatenato una valanga di reazioni: nel giro di poche ore sono stati pubblicati più di 12'000 commenti, la stragrande maggioranza dei quali ha accolto con favore l'iniziativa svizzera. Secondo molti utenti, "gli svizzeri sono di nuovo anni luce avanti a noi tedeschi".

Il partito tedesco Alternative für Deutschland (AfD) vuole ora riprendere questa misura nelle piscine tedesche. Numerose personalità politiche hanno espresso il loro entusiasmo, tra cui la deputata bavarese Carina Schiessl. Sulle colonne del Blick afferma di essere ispirata dalla decisione di Porrentruy e di voler applicare misure simili anche in Germania.

Sulla piattaforma X, Schiessl scrive che "la Svizzera protegge i suoi cittadini escludendo gli stranieri dalle piscine in caso di comportamento inappropriato". Ritiene che sia urgente che la Germania adotti un approccio analogo per garantire la sicurezza e l'ordine pubblico. "Chiedo che venga vietato l'ingresso degli stranieri nelle piscine tedesche, come ha fatto la Svizzera", afferma.

La deputata tedesca ha anche pubblicato un fotomontaggio su Telegram con lo slogan "Zona libera da Talahon", un termine diffuso in Germania che si riferisce ai giovani stranieri, solitamente musulmani, che sono considerati come portatori di comportamenti problematici o caratteristiche stereotipate.

Interpellata dal Blick sulle sue intenzioni concrete, Schiessl ha chiarito che al momento non prevede alcuna azione formale nel Bundestag. Il suo obiettivo è soprattutto quello di aprire il dibattito. "Questo post dovrebbe stimolare una riflessione, affinché si affronti finalmente
l'urgente questione di come dovrebbe essere il nostro spazio pubblico. L'approccio svizzero è una vera fonte di ispirazione."

Concretamente, invita i gestori delle piscine a utilizzare il biglietto d'ingresso per impedire che questi luoghi diventino "fonti di criminalità". Secondo lei è fondamentale garantire un ambiente in cui "le donne e i bambini possano sentirsi di nuovo al sicuro".

In Germania le tensioni legate alle piscine pubbliche non sono una novità. All'inizio di luglio, quattro cittadini siriani sono stati accusati di aver aggredito sessualmente almeno otto ragazze di età compresa tra 11 e 17 anni a Gelnhausen, in Assia, presso una piscina all'aperto.

L'anno scorso l'Ufficio federale di polizia criminale ha registrato 423 reati per abusi sessuali nelle piscine. Le statistiche mostrano che gli autori sono quasi esclusivamente uomini, due terzi dei quali non hanno la nazionalità tedesca. Provengono principalmente dall'Afghanistan, dalla Siria o dalla Turchia.

Diverse piscine tedesche hanno reagito, senza tuttavia arrivare a esclusioni come a Porrentruy. Alcuni hanno rafforzato i controlli all'ingresso o hanno assunto servizi di sicurezza privati. Nel Baden-Württemberg diversi locali hanno introdotto rigidi codici di abbigliamento. Ora sono vietati i costumi da bagno larghi e i burkini, ufficialmente per motivi igienici.

Ma questa giustificazione è ben lungi dal convincere tutti. A Müllheim, la consigliera dei Verdi Dora Pfeifer-Suger vede in questo una forma mascherata di esclusione sistematica e discriminazione, come ha dichiarato alla Schwäbische Zeitung.

Carina Schiessl, da parte sua, non nasconde le sue critiche al “mondo islamico, dove il valore della donna non è lo stesso che nelle società occidentali” e conclude che "se queste misure si manifestano non dovrebbe sorprendere nessuno. Questa è la realtà contro cui voglio combattere".

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