È di 15 mesi sospesi con la condizionale la pena inflitta lo scorso mese a un uomo per aver abusato di minori. Nelle passate settimane, altri due sentenze per atti sessuali con minori, 15 e 22 mesi, pene
interamente sospese.
A fine 2022 è stato rinviato a giudizio con rito abbreviato l’ex direttore di una Scuola Media per reati sessuali nei confronti di due allieve, la pena proposta è di 3 anni, parzialmente sospesi, solo 6 mesi da espiare. L’ex funzionario del DSS era stato condannato in primo grado a una pena pecuniaria sospesa, poi inasprita in appello a 18 mesi sospesi.
Questi sono solo alcuni esempi che dimostrano come ancora oggi le sanzioni per reati sessuali anche gravi sono relativamente blande, vuoi per l’entità della pena in quanto tale, vuoi per un’applicazione eccessivamente generosa della sospensione condizionale (totale o parziale) della pena.
I reati contro l’integrità sessuale non possono essere banalizzati perché segnano per sempre le vite delle vittime.
Per questo motivo ho presentato unitamente al Presidente del Centro, Fiorenzo Dadò, a nome dei rispettivi partiti, un’iniziativa cantonale che chiede una revisione del codice penale sulla base dei seguenti principi: soppressione delle pene pecuniarie e delle multe e della condizionale integrale; prevedere che la parte da espiare della pena di almeno la metà nel caso di concessione della condizionale parziale; soppressione dei massimi specifici di pena di 5 o 10 anni anche per il reato di pedopornografia; prevedere la pena detentiva a vita nei casi particolarmente gravi e una comminatoria di pena di almeno un anno in caso di vittime minori di 16 anni.
Le sentenze vengono pronunciate dai tribunali, ma spetta al legislativo tracciate la via e porre delle proprietà e in questo caso va detto forte e chiaro: è giunto il momento di inasprire le pene per chi commette reati sessuali, soprattutto nei confronti di minori.
Sabrina Aldi