GRAN CONSIGLIO - L’arrocchino continua a far perdere la bussola ai partiti anti-leghisti. E tocca anche all’Udc, che sulla carta predica sobrietà e risparmio, ma nei fatti firma – con 8 deputati su 9 – la richiesta di una seduta straordinaria del Gran Consiglio voluta dai kompagni dell’MPS, in piena fregola di visibilità. Il motivo? Mettere in scena l’ennesima farsa sul cambio di dossier tra Zali e Gobbi, come se fosse un caso di Stato. Peccato che la spartizione dei compiti nel Consiglio di Stato non sia neppure di competenza parlamentare.
Un teatrino costoso. Una seduta straordinaria, lo sanno anche i sassi, non servirebbe a nulla se non a fatturare gettoni a spese dei cittadini e starazzare sui media per guadagnarsi qualche titolo. La mossa dell’MPS è dunque coerente con la sua storica vocazione al circo ideologico. Quello che sorprende è la complicità dell’Udc, che a parole vorrebbe combattere lo spreco, ma nei fatti si presta a uno spreco istituzionale bello e buono.
Danno d’immagine. Se l’intento era quello di dimostrare maturità istituzionale e credibilità da forza di governo, l’Udc ha sbagliato bersaglio. Invece di impuntarsi su un tema inesistente, farebbe meglio a occuparsi dei problemi reali del Cantone, lasciando il teatrino all’MPS.