Il bosco di protezione è considerato una risorsa fondamentale per il nostro territorio poiché tutela la popolazione dai danni causati da eventi naturali, ma anche gli edifici, le piste da sci, i percorsi escursionistici e le vie di comunicazione. In questo contesto, una delle problematiche più rilevanti per gli esperti di silvicoltura è quella dei cambiamenti climatici che rappresentano una seria minaccia per la sopravvivenza di varie specie arboree, la cui funzione protettiva, nei prossimi decenni, rischia di risentirne in termini di efficacia. In quest’ottica, l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) e l’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL) hanno quindi definito, insieme ai cantoni – tra i quali anche il Ticino – 59 aree per le piantagioni sperimentali, nelle quali si studia la resistenza al clima di varie specie arboree in diverse condizioni. Tra queste c’è anche il bosco di protezione di Novaggio, dove, l’11 ottobre scorso, è stato presentato il relativo progetto.
All’incontro con i media hanno partecipato: il Presidente del Consiglio di Stato, Claudio Zali e i collaboratori della Sezione forestale del Dipartimento del territorio, alcuni membri del Patriziato di Novaggio e dell’Azienda forestale incaricata della gestione della superficie individuata su territorio malcantonese, l’ex sciatore di fondo Dario Cologna, nonché diversi rappresentanti di una compagnia di assicurazioni, presente in veste di ente sostenitore.
Claudio Zali: “Obiettivo: individuare quali specie sapranno adattarsi ai cambiamenti climatici”
Nel corso del suo intervento, il Direttore del DT, Claudio Zali, ha sottolineato come quello delle piantagioni test sia “un progetto interessante, al quale il nostro Cantone ha aderito con entusiasmo, alfine di poter individuare quali saranno le specie che meglio di altre sapranno in futuro adattarsi ai cambiamenti climatici, permettendo al bosco di poter garantire a lungo termine e in modo durevole le sue funzioni”, con particolare riferimento a quella di protezione. “Tenendo conto di quanto sta avvenendo in particolar modo nelle ultime settimane – ha aggiunto Zali – “va ribadito come il bosco ticinese fornirà un contributo tangibile sia a livello energetico che a livello di fissaggio dell’anidride carbonica”.
Il ministro leghista ha infine precisato che “un bosco ben curato permette di ridurre notevolmente i danni per le comunità interessate”.
Cura del bosco
Il bosco di protezione in Ticino interessa oltre l’80% della superficie boschiva. A livello di investimenti, percentualmente la cura del bosco di protezione rappresenta più della metà degli investimenti forestali complessivi. Nella categoria bosco di protezione sono compresi la sua cura, la realizzazione e la sistemazione delle strade forestali, la protezione contro gli organismi pericolosi e le opere finalizzate alla lotta contro gli incendi. Tutta l’attività è incentrata e finalizzata a permettere al bosco futuro di adattarsi nel migliore dei modi ai cambiamenti climatici.
Dal MDD
All’incontro con i media hanno partecipato: il Presidente del Consiglio di Stato, Claudio Zali e i collaboratori della Sezione forestale del Dipartimento del territorio, alcuni membri del Patriziato di Novaggio e dell’Azienda forestale incaricata della gestione della superficie individuata su territorio malcantonese, l’ex sciatore di fondo Dario Cologna, nonché diversi rappresentanti di una compagnia di assicurazioni, presente in veste di ente sostenitore.
Claudio Zali: “Obiettivo: individuare quali specie sapranno adattarsi ai cambiamenti climatici”
Nel corso del suo intervento, il Direttore del DT, Claudio Zali, ha sottolineato come quello delle piantagioni test sia “un progetto interessante, al quale il nostro Cantone ha aderito con entusiasmo, alfine di poter individuare quali saranno le specie che meglio di altre sapranno in futuro adattarsi ai cambiamenti climatici, permettendo al bosco di poter garantire a lungo termine e in modo durevole le sue funzioni”, con particolare riferimento a quella di protezione. “Tenendo conto di quanto sta avvenendo in particolar modo nelle ultime settimane – ha aggiunto Zali – “va ribadito come il bosco ticinese fornirà un contributo tangibile sia a livello energetico che a livello di fissaggio dell’anidride carbonica”.
Il ministro leghista ha infine precisato che “un bosco ben curato permette di ridurre notevolmente i danni per le comunità interessate”.
Cura del bosco
Il bosco di protezione in Ticino interessa oltre l’80% della superficie boschiva. A livello di investimenti, percentualmente la cura del bosco di protezione rappresenta più della metà degli investimenti forestali complessivi. Nella categoria bosco di protezione sono compresi la sua cura, la realizzazione e la sistemazione delle strade forestali, la protezione contro gli organismi pericolosi e le opere finalizzate alla lotta contro gli incendi. Tutta l’attività è incentrata e finalizzata a permettere al bosco futuro di adattarsi nel migliore dei modi ai cambiamenti climatici.
Dal MDD