È vero che le casse malati usano le loro riserve per speculare sul mercato borsistico? È quanto chiede il Consigliere nazionale Lorenzo Quadri al Consiglio federale sulla base di un affermazione dell'esperto di assicurazione malattia Bruno Cereghetti (già capo dell’Ufficio assicurazione malattia del DSS) secondo cui le casse malati starebbero bruciando 2,5 miliardi di franchi di riserve in operazioni borsistiche.
Se l'informazione fosse veritiera, ciò sarebbe “ovviamente riprovevole” secondo Quadri, in quanto le riserve delle casse malati vengono costituite tramite i premi pagati obbligatoriamente dai cittadini. Operazioni, ricorda l'esponente della Lega, rese possibili solo perchè “Consiglio federale ed il Consiglio degli Stati si sono finora sistematicamente opposti alla restituzione obbligatoria delle riserve in esubero degli assicuratori malattia”.
Per questo Quadri chiede al Consiglio federale l'ammontare delle riserve “bruciate” dalle casse malati in operazioni borsistiche e quale parte dell'aumento annunciato dei premi per il 2023 è imputabile a tali perdite.
Sempre sul tema dei premi di cassa malati, Quadri chiede inoltre quanto costano al sistema sanitario i profughi ucraini e dai richiedenti l'asilo in generale e se il Consiglio federale è consapevole che molti confederati, una volta in pensione, si trasferiscono in Ticino facendo lievitare i costi della sanità e se questa situazione non merita dei correttivi. Infine, viene chiesto se è già accaduto che assicuratori malattia volessero ridurre i premi mentre e l’Ufficio federale della sanità pubblica si sia opposto.
Di seguito il testo integrale dell'interpellanza di Lorenzo Quadri:
Interpellanza al Consiglio federale
Aumenti dei premi di cassa malati, perdite in borsa, profughi…
Secondo l’esperto di assicurazione malattia Bruno Cereghetti (già capo dell’Ufficio assicurazione malattia del DSS) le casse malati starebbero bruciando 2.5 miliardi di franchi di riserve in operazioni borsistiche.
E’ ovviamente riprovevole che somme di questo ammontare vengano polverizzate sui mercati finanziari, invece che restituite ai cittadini. Ciò