ACCORDO SOTTOMISSIONE - Prosegue la spinta politico-mediatica a favore dell’accordo con Bruxelles. E, come ha scritto Lorenzo Quadri, la ri-associazione della Svizzera ai programmi di ricerca Horizon rischia di diventare “il grimaldello per ricattare gli svizzerotti al momento del voto”. Il messaggio sarebbe semplice: se dici NO, perdi i presunti benefici dei programmi UE.
Il consigliere nazionale leghista ricorda come il nostro sistema accademico non sia crollato nei quattro anni fuori da Horizon, e come gli stessi ambienti politici che oggi esultano siano spesso quelli che chiedono di interrompere collaborazioni con Paesi innovativi come Israele. Inoltre, sottolinea che i programmi europei orientano la ricerca secondo l’agenda politica dell’UE, privilegiando alcuni filoni e penalizzandone altri.
Quadri mette poi in guardia dal nodo delle rette universitarie: con l’accordo, non sarebbe più possibile applicare tariffe più alte agli studenti UE, creando potenziali buchi milionari per gli atenei svizzeri, che inevitabilmente finirebbero per bussare alla porta dell’ente pubblico.
Infine, il domenicale ricorda altri “effetti collaterali” dell’accordo: dalla possibilità di imposizioni sanitarie calate da Bruxelles alle ricadute sul settore ferroviario, dove i miliardi investiti nella rete elvetica rischierebbero di tradursi nell’importazione degli standard – ben meno brillanti – di altri Paesi europei.





