Per l'esponente della Lega "si conferma così una preoccupante deriva autoritaria, che dovrebbe preoccupare la Svizzera, tanto più alla luce della politica di continuo avvicinamento all’UE e della ripresa automatica del suo diritto e delle sue decisioni perseguita dal Consiglio federale e dalle maggioranze politiche". Per questo Quadri interpella il governo per chiedere una valutazione di quanto accaduto e se intende intervenire nel caso in questione.
Le domande di Lorenzo Quadri sono elencate qui di seguito:
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L’ex ufficiale ha beneficiato delle garanzie di un processo equo, come previsto dall’art. 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, oppure è stato oggetto di una decisione meramente politica?
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Come valuta il CF queste sanzioni sotto il profilo della libertà di espressione, del pluralismo delle opinioni e dei diritti democratici fondamentali?
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Il CF intende intervenire presso le autorità dell’UE per contestare la violazione dei diritti fondamentali di un cittadino svizzero? In caso negativo, per quali motivi?
- Anche la Svizzera intende adottare un approccio simile a quello dell’UE nella lotta alla cosiddetta “disinformazione”? Occorre attendersi, anche nel nostro Paese, l’introduzione di liste nere e di sanzioni nei confronti di persone colpevoli di esprimere opinioni divergenti rispetto alla narrazione ufficiale o “mainstream”?
- E’ ritenuto ancora opportuno perseguire una politica di continuo avvicinamento, leggi sottomissione, ad un’istituzione – l ‘UE – che viola i diritti fondamentali dei cittadini elvetici?





