Ticino, 07 febbraio 2022

"Truffe nei crediti covid: se Berna ci avesse dato retta…"

*Articolo dal Mattino della Domenica. Di Lorenzo Quadri

Ohibò, ma allora ci avevamo azzeccato! Sulle truffe nei crediti covid si sta aprendo una voragine.
 

La novità è apparsa sui giornali di venerdì: due imputati coinvolti in quello che era stato definito “il caso più clamoroso di abuso in Ticino” sono stati parzialmente assolti. Da notare, ma tu guarda i casi della vita, che i due sono cittadini del Belpaese: i “furbetti” (eufemismo) dell’italico quartierino di cui questo sfigatissimo Cantone si è riempito per colpa della devastante libera circolazione voluta dalla partitocrazia!
 

Parzialmente assolti
 

I due imputati hanno indebitamente intascato 1.5 milioni di Fr di crediti covid. Ai tempi della loro condanna (giugno del 2021) il giudice Amos Pagnamenta aveva avuto parole da applausi per i due truffatori. “ La loro colpa è gravissima - aveva detto il magistrato - perché hanno agito con egoismo inqualificabile e perché hanno approfittato nel modo più odioso di fondi pagati dai cittadini per aiutare chi aveva bisogno”.

 

Lo scorso dicembre dalla CARP, Camera di appello e di revisione penale, era però giunto il “contrordine compagni”, con la citata assoluzione parziale. Adesso sono arrivate le motivazioni di questa bizzarra decisione. E c’è davvero da restarci di melma.
 

Nessuna verifica

Secondo la CARP, infatti, non c’è stata truffa in quanto “ manca il presupposto dell’inganno astuto”. La banca (Credit Suisse, nel concreto) ha versato i soldi - tanti! - ai due furbetti italici senza svolgere uno straccio di verifica. Un semplice controllo avrebbe infatti svelato le plateali incongruenze della domanda.
 

Ecco dunque confermato quanto il Mattino ha scritto per mesi. Le banche hanno versato i crediti a cani e porci, senza verificare una cippa! E questo è accaduto per un motivo molto semplice: i crediti covid sotto i 500mila Fr, oltre ad essere a tasso zero, erano interamente garantiti dalla Confederella. In altre parole: se non tornano indietro, a restituirli provvede Berna, con i soldi del contribuente. Le banche erogatrici non rischiavano nulla del loro! Dunque, perché perdere tempo a controllare? I soldi DEGLI ALTRI possono essere distribuiti come coriandoli! Solo nel mese di maggio del 2020 la SECO aveva emesso qualche direttiva anti-abuso all’acqua di rose.
 

Avevamo ragione!

In Ticino tramite i crediti covid sono stati elargiti ben 1.3 miliardi di franchetti. A fare la parte del leone, con oltre 1.1 miliardi, i prestiti inferiori a 500mila Fr: quelli coperti integralmente dalla garanzia federale. Sopra il mezzo milione, per contro, la garanzia scendeva all’85%. Ciò implica, per le banche, l’assunzione di una parte di rischio: di conseguenza, in questi casi, prima di aprire i cordoni della borsa i controlli li facevano eccome! 


 

Per questo motivo la Lega ha chiesto a più riprese, con atti parlamentari presentati a Berna da chi scrive, che la garanzia dello Stato si limitasse all’85% per tutti i crediti covid, inclusi quelli inferiori al mezzo milione, così da spingere le banche a svolgere delle verifiche. La richiesta è stata snobbata. E adesso, come contribuenti, ce la grattiamo.
 

Beata ingenuità
 

Con incredibile dabbenaggine, il ministro delle Finanze Ueli Maurer dichiarò che si aspettava un tasso di abusi molto basso, inferiore all’1%. Campa cavallo! Forse in qualche Cantone della Svizzera primitiva. Certamente non in Ticino dove, grazie alle frontiere spalancate dalla partitocrazia, si sono insediate frotte di imbroglioni “non patrizi di Corticiasca”. A costoro non dev’essere sembrato reale che bastasse inviare una richiesta (anche manifestamente farlocca) alla propria banca per ricevere poche ore dopo mezzo milione di franchi sul conto! Ma allora è vero che “gli svizzerotti sono fessi e non si accorgono di niente”!
 

Cornuti e mazziati

Grazie alla sentenza dei legulei della CARP, ma soprattutto grazie alla garanzia del 100% della Confederella e della conseguente mancanza di controlli da parte delle banche, chi ha “approfittato in modo odioso e con egoismo inqualificabile” (cit. giudice Pagnamenta) si trova ora “parzialmente assolto”. La decisione della CARP potrebbe fare giurisprudenza.
 

Morale: il contribuente elvetico sarà chiamato a risarcire i prestiti stuccati dai “furbetti” senza nemmeno la soddisfazione di vedere condannati i truffatori (ed anche espulsi, se si tratta di stranieri). Se il governicchio federale avesse dato seguito alla proposta della Lega, la grande maggioranza degli abusi nei crediti covid sarebbe stata sventata sul nascere. Invece…
 

Fuori le cifre!

Aspettiamo sempre che sia fatta totale trasparenza sugli abusi nei crediti covid: vogliamo sapere quanti ne sono stati commessi, per quale importo ed ovviamente la nazionalità dei truffatori. Perché abbiamo il sospetto che tra questi ultimi di svizzeri non ce ne siano molti.
 

*Edizione del 6.2.2022


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