TICINO - L’aumento lineare del 15% delle stime immobiliari, approvato dal Gran Consiglio nell’ambito del Preventivo 2026, continua a far discutere. Ora la partita si sposta sul piano giudiziario: Paolo Pamini ha annunciato l’intenzione di rivolgersi al Tribunale federale per contestare la decisione parlamentare.
Secondo il partito, l’operazione non è una semplice correzione tecnica, ma un aumento mascherato della pressione fiscale. Si teme un impatto diretto su famiglie, anziani e proprietari di abitazioni che, pur senza un aumento reale del reddito, si vedrebbero attribuire un valore patrimoniale più elevato, con conseguenze su imposte e sussidi.
Pamini sottolinea come l’aumento delle stime rischi di colpire in particolare chi vive nella propria casa e non dispone di grandi liquidità. Una scelta giudicata miope anche sul piano strategico, perché potrebbe ridurre l’attrattività del Cantone e alimentare ulteriormente il malcontento del ceto medio.
Il ricorso al Tribunale federale apre dunque un nuovo capitolo di una vicenda destinata a far discutere ancora a lungo: fino a che punto è legittimo aumentare il carico fiscale senza un reale miglioramento delle condizioni economiche dei contribuenti?





