Europei 1996 con un nuovo format ed una novità rivoluzionaria: le finaliste sono 16 (e non più le tradizionali 8) e in caso di parità dopo i tempi supplementari non ci saranno i rigori bensì il golden gol. Ovvero: chi segna per primo vince, come nell’hockey. La regola costerà caro alla Repubblica Ceca (proprio in Inghilterra), all’Italia (nella finale degli Europei 2000 contro la Francia) e ancora agli azzurri (negli ottavi di finale dei Mondiali asiatici contro la Corea del Sud). La norma verrà abolita nel 2004.
Europei inglesi dunque: ci sono tutte le grandi squadre, e l’Italia di Arrigo Sacchi, assieme ai padroni di casa, alla Germania, alla Francia e all’Olanda veste i panni di favorita. C’è anche, udite udite, la Svizzera. Ma già nel primo turno si registra una prima clamorosa sorpresa: gli azzurri sono eliminati e Sacchi, che Berlusconi aveva sbolognato alla federazione italiana, rimedia una brutta figura. La gestione della squadra è del tutto fuori di testa: dopo il buon debutto contro la Russia il mago di Fusignano stravolge la squadra contro la Repubblica Ceca e dice addio alla manifestazione.
Un atto di presunzione e arroganza al tempo stesso. Dice l’ex tecnico milanista:“Esco dagli Europei con una sola sconfitta, questo non è un fallimento perché abbiamo giocato bene. Dimettermi? Non ci penso proprio, semmai penso al Mondiale del 1998”. Mal gliene incolse. Sì, perchè la federazione lo liquida a stretto giro di posta. Arriverà Cesare Maldini.
Gli Europei vivono momenti di terrore quando il 15 giugno, alla viglia della sfida fra Russia e Germania, un’ auto-bomba piazzata dall’Ira (l’esercito
Europei inglesi dunque: ci sono tutte le grandi squadre, e l’Italia di Arrigo Sacchi, assieme ai padroni di casa, alla Germania, alla Francia e all’Olanda veste i panni di favorita. C’è anche, udite udite, la Svizzera. Ma già nel primo turno si registra una prima clamorosa sorpresa: gli azzurri sono eliminati e Sacchi, che Berlusconi aveva sbolognato alla federazione italiana, rimedia una brutta figura. La gestione della squadra è del tutto fuori di testa: dopo il buon debutto contro la Russia il mago di Fusignano stravolge la squadra contro la Repubblica Ceca e dice addio alla manifestazione.
Un atto di presunzione e arroganza al tempo stesso. Dice l’ex tecnico milanista:“Esco dagli Europei con una sola sconfitta, questo non è un fallimento perché abbiamo giocato bene. Dimettermi? Non ci penso proprio, semmai penso al Mondiale del 1998”. Mal gliene incolse. Sì, perchè la federazione lo liquida a stretto giro di posta. Arriverà Cesare Maldini.
Gli Europei vivono momenti di terrore quando il 15 giugno, alla viglia della sfida fra Russia e Germania, un’ auto-bomba piazzata dall’Ira (l’esercito
repubblicano irlandese) davanti all’entrata di un supermercato per poco non provoca una strage. I 211 feriti non bastano tuttavia per fermare l’Europeo. Ai quarti di finale arrivano Inghilterra, Olanda, Francia, Spagna, Portogallo e Croazia, Germania e Repubblica
Ceca. E proprio a quello stadio della competizione inizia il ballo dei calci di rigore per decidere il passaggio di turno.
C’azzecca l’Inghilterra, che manda a casa la Spagna, idem la Francia (che elimina l’Olanda). La Germania estromette la Croazia che gioca meglio ma non incide (2-1) e la Repubblica Ceca elimina il Portogallo (1-0). Anche le semifinali propongono lo stesso copione: la Germania dopo una partita serrata ed avvincente butta fuori ai rigori l’Inghilterra. Va male anche ai francesi, sconfitti dai ceki (sempre ai rigori), ai quali non par vero di essere arrivati in finale. Come nel 1976, quando nell’atto decisivo sconfissero proprio i tedeschi. Già, 20 anni prima, il cucchiaio risolutore di Panenka (anche se allora si chiamava Cecoslovacchia).
Ad affrontarsi sono le due squadre che hanno eliminato l’Italia nel girone di qualificazione. La finale è brutta: del resto i tedeschi sono alla frutta, un ciclo sta per finire. I loro avversari, invece, sono motivatissimi anche se rinunciano a giocare. Difesa a oltranza e contropiede. I cechi vanno in rete con Berger (su rigore) ma la Germania pesca il jolly in panchina. Si chiama Oliver Bierhoff che entra in campo nella ripresa e pareggia i conti. Ma non solo: al quinto minuto del primo tempo supplementare decide la sfida. È il primo eurogolden gol della storia. Germania campione!
JACK PRAN
C’azzecca l’Inghilterra, che manda a casa la Spagna, idem la Francia (che elimina l’Olanda). La Germania estromette la Croazia che gioca meglio ma non incide (2-1) e la Repubblica Ceca elimina il Portogallo (1-0). Anche le semifinali propongono lo stesso copione: la Germania dopo una partita serrata ed avvincente butta fuori ai rigori l’Inghilterra. Va male anche ai francesi, sconfitti dai ceki (sempre ai rigori), ai quali non par vero di essere arrivati in finale. Come nel 1976, quando nell’atto decisivo sconfissero proprio i tedeschi. Già, 20 anni prima, il cucchiaio risolutore di Panenka (anche se allora si chiamava Cecoslovacchia).
Ad affrontarsi sono le due squadre che hanno eliminato l’Italia nel girone di qualificazione. La finale è brutta: del resto i tedeschi sono alla frutta, un ciclo sta per finire. I loro avversari, invece, sono motivatissimi anche se rinunciano a giocare. Difesa a oltranza e contropiede. I cechi vanno in rete con Berger (su rigore) ma la Germania pesca il jolly in panchina. Si chiama Oliver Bierhoff che entra in campo nella ripresa e pareggia i conti. Ma non solo: al quinto minuto del primo tempo supplementare decide la sfida. È il primo eurogolden gol della storia. Germania campione!
JACK PRAN