Come si ripartirà con la scuola a settembre? Se ne è parlato questa mattina in conferenza stampa con Norman Gobbi, Presidente del Consiglio di Stato, Manuele Bertoli, Direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport e Giorgio Merlani, Medico cantonale.
Gobbi: "A decidere sono il DECS e il Consiglio di Stato"
"L'ambito scolastico è stato uno di quelli sensibili per noi nei rapporti con i comuni e con la Confederazione. Quello che annunciamo oggi è per tranquillizzare sulla realtà in canton Ticino e permettere a tutti di adeguarsi per tempo alla nuova normalità. Chi è anche genitore di bambini piccoli ha vissuto un lungo momento particolare con i figli a casa, supplendo anche ai docenti: l'obiettivo è non riviverlo. Le decisioni competono all'autorità cantonale, il DECS e il Consiglio di Stato devono decidere in intesa con le autorità sanitari, anche nei passaggi tra uno scenario e l'altro. Serve dialogo coi Comuni ma ciascuno deve rispettare le decisioni di chi ha il dovere di prenderle".
Merlani: "Metà dei casi arrivano da persone che sono state all'estero"
"Dopo un giugno basso abbiamo avuto un luglio altalenante, spesso sotto 10 e anche sotto 5, non ci sono segni di rapida ripartenza ma siamo comunque vigili sul controllo dei casi e con le misure. Gli ultimi giorni non abbiamo avuto nuovi ricoveri, anzi piuttosto delle dimissioni, abbiamo avuto 2 casi da venerdì a sabato, 2 da sabato a domenica e zero da ieri a oggi".
"Le cifre relativamente contenute permettono di effettuare il contact tracing, che al contrario delle polemiche funziona se non vengono fatte saltare le barriere, ovvero se ci sono pochi casi. La situazione attuale parla di 13 persone in isolamento, dall'11 maggio le persone isolate sono 180, adesso abbiamo 40 persone in quarantena, dall'11 maggio sono state circa 1'000. Non sono una o due persone per caso, parliamo di 4-5, a volte anche 10, data l'aumentata mobilità e le aumentate interazioni sociali. Sono numeri attualmente, in Ticino, abbastanza gestibili. Importante è che si resti così".
"Per quanto concerne i rientri a rischio, da quando è entrata in vigore l'ordinanza sono state 779 le persone che si sono annunciate, ora ne abbiamo 271 in quarantena: le persone si annunciano, mi auguro osservino realmente la quarantena che annunciano. Sono previsti anche controlli, sia per chi si annuncia sia per chi rientra dai paesi a rischio. Chiedo di parlare coi datori di lavoro di questi casi, soprattutto in settori a rischio".
"Stimiamo che quasi la metà dei nuovi casi positivi sono dovuti a rientri da paesi esteri, non solo da quelli a rischio. Più persone si muovono, anche se percentualmente il rischio non è elevato, più aumentano. Non è solo essere all'estero il rischio, ma anche il comportamento seguito all'estero. 10 persone si sono contagiate al lavoro, in famiglia sono il 10-12%. Non è comunque semplice capire dove una persona si è contagiate. Ci sono alcuni casi venuti da feste private e alcuni importati da alcuni cantoni (ovvero il periodo di incubazione è stato fatto altrove). Ci sono anche persone che non si sa come l'abbiano contratto, sotto il 20%: ci sono persone testate asintomatiche, o che hanno dei sintomi indietro nel tempo e non si può risalire al contagio. Quelli acutamente sintomatici di cui non si può capire dove si sono ammalati sono davvero poco".
"Dagli ospedali mi segnalano un'accrescente difficoltà a rispettare l'orario di visita, gli appuntamenti ecc, ma chiedo ancora un po' di pazienza, dobbiamo essere rigidi, se abbassiamo la guardia potrebbe esserci il patratrac. Cercheremo di fare in modo di rispettare la volontà delle persone ma al contempo proteggere chi sta nelle strutture sanitarie".
Bertoli: "La scuola riaprirà in presenza"
"Si è scelto oggi, una data abbastanza vicino al 31 agosto per poter decidere e abbastanza anche lontana per poter mettere apposto le cose da sistemare. Il piano sull'apertura delle scuola prevede tre scenari: l'1 è quello di scuola in presenza, con le classi piene e la possibilità di tenere tutte le discipline, il 2 è quello della scuola ibrida, ovvero metà classi e metà tempo in presenza, il 3 è quello della scuola a distanza, conosciuto nel periodo di marzo a maggio e giugno. Nel documento che abbiamo trasmesso alle direzioni era soprattutto il 2 a essere messo a fuoco, perchè l'1 è conosciuto e sul 3 stiamo ancora lavorando, la pianificazione sarà pronta a breve".
"Abbiamo deciso di aprire in base allo scenario 1, quello che si aspettano tutti e che fa funzionare la scuola in maniera corretta, gli altri due sono comunque problematici per considerazioni diverse. Per quel che sarà possibile cercheremo di evitarli, man mano si progredirà il Governo prenderà le decisioni necessarie, ma l'1 rimane il punto di riferimento".
"L'insegnamento si svolge in linea di principio in presenza (ci saranno alcuni piccoli aggiustamenti per le materie speciali che prevedono un forte contatto, come educazione fisica o uso di materiale particolare, si sta ancora lavorando su come farle tenere ma con prescrizioni in più). Le misure di igiene e di distanziamento sono quelle conosciute"
"Nella scuola dell'obbligo la distanza di 1,5 metri tra gli allievi non è indicata come necessaria. Importante è la distanza tra il docente e gli allievi e tra gli adulti presenti. Nel post obbligo, dove i ragazzi sono considerati come adulti, la distanza deve essere mantenuta anche tra gli allievi".
"Man mano si potrebbero aggiungere delle misure a completare il quadro, mai del tutto fermo e rigido bensì flessibile. Lo scopo sarebbe proprio di mantenere lo scenario 1".
"Il DECS oltre al piano di riapertura ha inviato alle direzioni dei modelli di piano di protezione, come successo per tutte le altre entità. Ogni scuola è organizzata logisticamente in modo un po' diverso, abbiamo spiegato che punti ci sono da regolare e ogni istituto sta allestendo il proprio piano, le cose sono ancora in divenire. È possibile che ancora in questi giorni aggiungeremo altre piccole indicazioni resesi necessarie da inizio luglio, parlo comunque di cose minori, quelle principali sono già da inizio luglio in mano alle direzioni".
"I modelli sono due, uno per l'obbligo e l'altro per il post-obbligo, la differenza maggiore è quella relativa alla distanza. Ogni piano ha un responsabile per la sua attuazione, evolve nel tempo e quindi andrà numerato. Ci sono indicazioni di comportamento per chi ha sintomi, siano docenti, addetti, allievi: chi arriva a scuola o manifesta durante la scuola dei sintomi dovrà tornare a casa. Chi sarà assente sarà trattato come una persona assente per altri motivi e non ci saranno problemi. Nelle aule il concetto principale è che nell'obbligo si deve tenere la distanza tra allievi e docenti, per la scuola dell'infanzia avremo discussioni specifiche, dato che ci è stata chiesta un'attenzione particolare, perchè la questione della distanza è