Ticino, 24 marzo 2020

Le case anziani tentano di riaprirsi verso l’esterno

Da settimane ormai gli ospiti delle case anziani si trovano “blindati” all’interno delle strutture, senza poter ricevere le visite dei parenti. E’ per il loro bene. Anziani e malati sono le categorie maggiormente a rischio a causa del maledetto coronavirus. Ma è chiaro che, per chi vive in una residenza per anziani, la situazione si fa pesante.

Come scritto la scorsa settimana: per anni si è lavorato affinché le case anziani fossero delle strutture aperte sui quartieri e non dei ghetti; affinché “il pubblico” ci entrasse anche solo per prendere un caffè al bar e per creare movimento e vita sociale. Adesso, da un giorno all’altro, inversione di marcia a 180 gradi: non entra più nessuno eccetto i curanti. Un trauma.

La situazione psicologica per gli anziani si fa difficile: esempio classico, la vecchietta che passa le giornate ad aspettare la visita del figlio che però non arriverà. Sono scene che fanno male. Per il personale curante, già sotto pressione, la presa a carico degli ospiti rattristati ed agitati si fa ancora più difficile.

Alcune opzioni

Gli istituti si stanno ora organizzando per ricreare, seppure “a distanza”, una rete di contatti con il mondo esterno. A Lugano, nelle strutture del LIS (Ente autonomo Lugano Istituti Sociali) ci si muove varie direzioni.

1) Videochiamate tramite tablet. Le case sono state dotate di ipad, gestiti dagli animatori; sia i parenti che gli ospiti possono prenotare una videochiamata. “Il sistema funziona molto bene e le richieste sono tante - osserva il direttore del LIS Paolo Pezzoli -. Tanti anziani non hanno mai utilizzato
questi dispositivi e li stanno ora scoprendo con grande interesse”.

2) “Sala di cristallo” (vedi foto). A Casa Serena (la più grande casa anziani del Cantone) La bussola della sala Airoldi è stata trasformata in un salottino, dove viene fatto accomandare l’anziano. Il parente si piazza su un tavolino collocato all’esterno della casa, al di là della vetrata, e la comunicazione avviene tramite telefono.

3) Vengono girati dei filmati sullo svolgimento della vita quotidiana all’interno della casa,
da poi caricare sul sito lugano-lis.ch, di modo che i parenti possano vedere cosa accade.

4) Gli ospiti, assieme agli animatori, preparano dei lenzuoli con dei messaggi alla popolazione da appendere poi all’esterno delle case.

5) Un altro progetto è quello di organizzare uno spettacolo nel parco al quale gli anziani possano assistere stando all’interno della Sala Airoldi (veranda vetrata) o della sovrastante sala da pranzo (per l’audio ci saranno degli appositi altoparlanti). Il vantaggio di disporre di molte “trasparenze”.

6) Dall’esterno, soprattutto da parte dei bambini, arrivano tanti biglietti di solidarietà, che fanno molto piacere. Insomma, si cerca di mantenere i contatti e di aprirsi verso l’esterno in modo diverso, sfruttando i nuovi mezzi di comunicazione ed anche quelli vecchi. E sperando che questo brutto periodo passi il prima possibile: e questo dipende dalla responsabilità individuale di ciascuno di noi, senza eccezioni.

Le iniziative in atto, e quelle future, sono visionabili sul sito www.lugano- lis.ch.

Lorenzo Quadri / MDD

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