Sì al salario minimo ma solo se accompagnato dalla preferenza indigena. Lo ribadisce la Lega dei Ticinesi la quale, in un comunicato trasmesso ai media, sostiene che l'introduzione di un salario minimo senza misure che favoriscano l'assunzione di ticinesi questi sarebbe “un regalo ai frontalieri”.
La Lega si dice “di principio favorevole” ad un salario minimo a condizione che esso permetta ai ticinesi di vivere dignitosamente e che esso non deve diventare un regalo ai frontalieri.
Il rischio, secondo il movimento di Via Monte Boglia, è che senza preferenza indigena è che “il salario minimo diventi un ulteriore attrattore per frontalieri e penalizzi contemporaneamente i ticinesi che hanno salari superiori al minimo, esercitando una pressione al ribasso”.
Di conseguenza la Lega dei Ticinesi sostiene il compromesso raggiunto in parlamento sull'introduzione del salario minimo e al contempo appoggia l'emendamento dell'UDC per l'applicazione dell'iniziativa “Prima i nostri”.
Di seguito il comunicato stampa integrale inviato dalla Lega dei Ticinesi
Salario minimo e preferenza indigena: due facce della stessa medaglia
Sul complesso tema del salario minimo, la Lega dei Ticinesi esprime le seguenti considerazioni.
La Lega dei Ticinesi è ovviamente favorevole all’applicazione della volontà popolare e deplora che questo avvenga a geometria variabile. Infatti, la decisione del popolo sull’introduzione di contingenti all’immigrazione e della preferenza indigena non è in alcun modo applicata. Né a livello federale, né a livello cantonale.
La Lega dei Ticinesi è favorevole a quelle misure che giovano ai lavoratori ticinesi, mentre è contraria ai regali ai frontalieri, la cui unica conseguenza è quella di rendere il nostro Cantone ancora più attrattivo per quest’ultima categoria, a tutto danno dei Ticinesi.
Si ricorda infatti che, a seguito della devastante libera circolazione voluta dal triciclo PLR-PPD-PSS, Verdi ovviamente inclusi, il numero dei frontalieri in Ticino sfiora ormai quota 70mila. Un simile quantitativo non risponde ad alcuna logica, è assolutamente insostenibile ed ha conseguenze economiche e sociali deleterie per la popolazione residente. La tendenza va dunque