Negli ultimi giorni si sono tenute nel nostro Cantone diverse manifestazioni di carattere politico legate alla situazione in Medio Oriente, in particolare a Bellinzona, Lugano e Camignolo. La Lega dei Ticinesi, in un comunicato stampa, sottolinea che "tali eventi hanno richiesto un importante dispiegamento di forze dell’ordine e hanno sollevato interrogativi in merito alla gestione dell’ordine pubblico, alla copertura dei costi e ai criteri con cui simili manifestazioni vengono autorizzate".
In questo contesto, il gruppo Lega dei Ticinesi intende sollevare alcune questioni al Consiglio di Stato.
-Costi della sicurezza:
Considerato che in alcune occasioni le manifestazioni sono state promosse o sostenute da figure pubbliche riconducibili al partito del consigliere federale Ignazio Cassis, il Consiglio di Stato non ritiene opportuno chiedere che parte dei costi legati al dispositivo di sicurezza venga coperta dai promotori o dai soggetti politicamente coinvolti?
Ritiene giusto che tali spese gravino interamente sui contribuenti ticinesi?
-Interventi di polizia e “status” professionale dei manifestanti:
Il Consiglio di Stato conferma che il ruolo o la professione di un individuo (per esempio quello di maestra d’asilo) non offre alcuna forma di immunità o trattamento particolare in caso di fermo di polizia?
Può confermare che le forze dell’ordine agiscano sempre secondo criteri proporzionali e oggettivi, indipendentemente dalla visibilità o dalla professione dei partecipanti?
-Chiarezza sugli episodi e documentazione video:
Alla luce delle polemiche sorte attorno a uno specifico fermo, il Consiglio di Stato non ritiene necessario che, per trasparenza, vengano rese disponibili registrazioni complete dell’intervento, così da chiarire i comportamenti tenuti da tutte le parti coinvolte?
Come mai, in un’epoca in cui la Polizia dispone anche di figure dedicate alla comunicazione (“influencer della Polizia”), non è stato documentato in modo sistematico un episodio che prevedibilmente avrebbe sollevato attenzione mediatica?
-Servizio d’ordine dei manifestanti:
È confermato che i promotori di manifestazioni hanno l’obbligo di garantire un servizio d’ordine interno, come avviene normalmente per altri movimenti o partiti di sinistra?
Se tale servizio era assente nelle recenti manifestazioni pro Palestina, per quale motivo l’autorizzazione è stata comunque concessa?
Il Consiglio di Stato non ritiene che in futuro le manifestazioni prive di un servizio d’ordine riconosciuto debbano essere sistematicamente vietate?
-Luoghi sensibili e limitazioni territoriali:
Non sarebbe opportuno vietare manifestazioni politiche in prossimità di edifici governativi, sedi istituzionali o luoghi sensibili per motivi di sicurezza e ordine pubblico?
Il Consiglio di Stato intende rivedere i criteri di concessione delle autorizzazioni, imponendo che simili eventi si svolgano in luoghi simbolici ma non adiacenti a sedi ufficiali?
In sintesi, la Lega dei Ticinesi chiede al Consiglio di Stato di chiarire:
-chi paga per la sicurezza di eventi politicamente connotati,
-se la legge viene applicata in modo uguale per tutti,
-quali misure intende adottare per evitare che simili situazioni si ripetano,
-e se è prevista una revisione delle modalità di autorizzazione delle manifestazioni pubbliche.
Stefano Quadri
Lega dei Ticinesi
In questo contesto, il gruppo Lega dei Ticinesi intende sollevare alcune questioni al Consiglio di Stato.
-Costi della sicurezza:
Considerato che in alcune occasioni le manifestazioni sono state promosse o sostenute da figure pubbliche riconducibili al partito del consigliere federale Ignazio Cassis, il Consiglio di Stato non ritiene opportuno chiedere che parte dei costi legati al dispositivo di sicurezza venga coperta dai promotori o dai soggetti politicamente coinvolti?
Ritiene giusto che tali spese gravino interamente sui contribuenti ticinesi?
-Interventi di polizia e “status” professionale dei manifestanti:
Il Consiglio di Stato conferma che il ruolo o la professione di un individuo (per esempio quello di maestra d’asilo) non offre alcuna forma di immunità o trattamento particolare in caso di fermo di polizia?
Può confermare che le forze dell’ordine agiscano sempre secondo criteri proporzionali e oggettivi, indipendentemente dalla visibilità o dalla professione dei partecipanti?
-Chiarezza sugli episodi e documentazione video:
Alla luce delle polemiche sorte attorno a uno specifico fermo, il Consiglio di Stato non ritiene necessario che, per trasparenza, vengano rese disponibili registrazioni complete dell’intervento, così da chiarire i comportamenti tenuti da tutte le parti coinvolte?
Come mai, in un’epoca in cui la Polizia dispone anche di figure dedicate alla comunicazione (“influencer della Polizia”), non è stato documentato in modo sistematico un episodio che prevedibilmente avrebbe sollevato attenzione mediatica?
-Servizio d’ordine dei manifestanti:
È confermato che i promotori di manifestazioni hanno l’obbligo di garantire un servizio d’ordine interno, come avviene normalmente per altri movimenti o partiti di sinistra?
Se tale servizio era assente nelle recenti manifestazioni pro Palestina, per quale motivo l’autorizzazione è stata comunque concessa?
Il Consiglio di Stato non ritiene che in futuro le manifestazioni prive di un servizio d’ordine riconosciuto debbano essere sistematicamente vietate?
-Luoghi sensibili e limitazioni territoriali:
Non sarebbe opportuno vietare manifestazioni politiche in prossimità di edifici governativi, sedi istituzionali o luoghi sensibili per motivi di sicurezza e ordine pubblico?
Il Consiglio di Stato intende rivedere i criteri di concessione delle autorizzazioni, imponendo che simili eventi si svolgano in luoghi simbolici ma non adiacenti a sedi ufficiali?
In sintesi, la Lega dei Ticinesi chiede al Consiglio di Stato di chiarire:
-chi paga per la sicurezza di eventi politicamente connotati,
-se la legge viene applicata in modo uguale per tutti,
-quali misure intende adottare per evitare che simili situazioni si ripetano,
-e se è prevista una revisione delle modalità di autorizzazione delle manifestazioni pubbliche.
Stefano Quadri
Lega dei Ticinesi