Ticino, 22 agosto 2019

Una madre: "Mia figlia e il contrassegno dei disabili. Sensibilizziamo"

BELLINZONA – Una bimba con un disturbo neurologico, che non le permette di camminare da sola, ma con un deambulatore o appoggiandosi a un adulto. Per fortuna, non necessita della sedia a rotelle, però non è neppure autonoma. Lo sfogo della madre arriva a causa del contrassegno per disabili: le dicono che non può parcheggiare nei posti appositi, perché la bimba non usa la sedia a rotelle.

E lei ci rinuncia. Ma chiede di sensibilizzare.

Lo fa scrivendo a Pro Infirmis. Dunque, rendiamo volentieri pubblica la lettera della donna, che ha preferito però restare anonima.

“Sono la mamma di una splendida bimba di 4 anni affetta da un disturbo neurologico molto simile per quadro clinico ad una paralisi cerebrale di media entità. Detto in parole più semplici, mia figlia (tra le altre cose), non è in grado di deambulare autonomamente, ma lo può fare, per brevi tragitti, con un deambulatore o dando la mano ad un adulto. Dietro consiglio di Pro Infirmis, un anno fa circa, abbiamo richiesto alla sezione della circolazione di Camorino il contrassegno di parcheggio per i disabili.

Questo viene rilasciato dietro di certificato medico ed ha lo scopo di facilitare chi presenta una netta riduzione della capacità di mobilità su distanze superiori ai 200 metri circa. C’è
tuttavia qualcosa che crea confusione: il contrassegno per i disabili, così come i parcheggi, sono contrassegnati dal simbolo di una persona in sedia a rotelle, motivo per cui nell’immaginario collettivo sembra che disabile motorio sia solo ed esclusivamente chi ha una sedia a rotelle.

A causa di ciò sono arrivata al punto di voler rinunciare ad utilizzare il contrassegno, nonostante questo mi faciliti la vita. Il motivo? Regolarmente mi viene fatto notare, dal passante di turno o talvolta da poliziotti (e questo fa ancora più male), con toni che spaziano dal gentile all’arrogante, che io in quel parcheggio non posso sostare, in quanto riservato esclusivamente a chi ha la sedia a rotelle. Ti ritrovi allora a dover dare giustificazioni che in realtà mai avresti avuto voglia di dare, solo per non passare per il maleducato di turno che si sta appropriando di un diritto che non ha. In tutta onestà sarei felice di non averlo un privilegio del genere!

Mi piacerebbe che le persone e i poliziotti venissero sensibilizzati maggiormente su ciò che rappresenta davvero la disabilità, partendo dal presupposto che spesso la diversità non è immediatamente visibile.

Non trovo giusto che una persona, oltre a vivere il disagio della propria condizione, debba ritrovarsi anche in queste situazioni poco piacevoli".

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