Svizzera, 08 luglio 2019

"La petroliera svizzera sequestrata dalla Nigeria dev'essere liberata"

Il Tribunale internazionale per il diritto del mare con sede ad Amburgo ha dato in gran parte ragione alla Svizzera in una causa che la oppone alla Nigeria. Le autorità nigeriane avevano sequestrato la petroliera "San Padre Pio" più di un anno fa (vedi articoli correlati), nave che che batte bandiera svizzera.

Per la Svizzera, la confisca della nave da parte delle autorità nigeriane viola il diritto internazionale, afferma il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) in una nota. La Nigeria, da parte sua, ritiene che la nave e il suo equipaggio abbiano violato la legislazione locale trasportando petrolio al largo delle sue coste.

Per le autorità elvetiche la nave era in acque internazionali e ha chiesto alla fine di maggio l'intervento del Tribunale per il diritto internazionale del mare. Nella sentenza, la Corte ha osservato che "il 'San Padre Pio non solo è stato immobilizzato per un un considerevole periodo di tempo, ma c'è anche una costante minaccia alla sicurezza della nave e del suo equipaggio ".

Considerato "che il rischio di un danno irreparabile è reale e costante",
le minacce alla sicurezza del capitano e tre ufficiali della "San Padre Pio", così come le restrizioni alla loro libertà per un lungo periodo di tempo, sollevano preoccupazioni umanitarie, ha aggiunto la corte.

Mentre gran parte dell'equipaggio del "San Padre Pio" è stato rilasciato, quattro ufficiali ucraini si trovano ancora a bordo. Il Tribunale ha prescritto misure provvisorie che ordinano la Nigeria di liberare il "San Padre Pio", come il suo carico e il capitano e i tre ufficiali e permettere loro di lasciare il territorio e le zone marittime sotto la giurisdizione della Nigeria. In contropartita però, la corte esige che la Svizzera versi una cauzione a titotolo di garanzia finanziaria pari a 14 milioni di dollari (circa la stessa somma in franchi).

Il tribunale ha reso la sua decisione sabato in presenza di entrambe le parti. La Svizzera era rappresentata dall'ambasciatore Corinne Cicéron Bühler, direttore della direzione del diritto internazionale del DFAE. La questione se la Nigeria abbia violato il diritto internazionale sarà decisa in un procedimento legale separato.

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