Svizzera, 14 giugno 2019
"Come prevenire gli abusi di frontalieri che lavorano in Svizzera ma sono disoccupati nel loro paese?"
Come prevenire gli abusi di stranieri residenti all'estero, che dichiarano di essere disoccupati nel loro paese di residenza mentre in verità lavorano in Svizzera ? È questa la sostanza un'interrogazione al Consiglio federale sul caso di 8 cittadini italiani, residenti in Italia, che risultavano al beneficio di indennità di disoccupazione in Italia ma allo stesso tempo lavoravano in Svizzera come frontalieri (vedi articoli correlati).
Secondo il consigliere nazionale Lorenzo Quadri casi come questi sono solo della punta dell’iceberg e i casi di irregolarità simili sono numerosi. Quadri chiede quindi al Consiglio federale come evitare casi come questi, anche in caso contrario, cioè di frontalieri che beneficiano della disoccupazione in Svizzera mentre lavorano in Italia nel caso in futuro dovesse essere il paese di ultimo impiego a dover versare le indennità di disoccupazione ai lavoratori, e quali controlli internazionali potrebbero essere messi in atto per evitare questo tipo di abusi.
Di seguito il testo completo dell'interpellanza:
Disoccupati frontalieri ed abusi internazionali
E‘ appena emerso il caso di otto cittadini italiani, residenti nell’Olgiatese, che risultavano al beneficio di indennità di disoccupazione in Italia, mentre lavoravano in Svizzera come frontalieri. Non si può escludere che si tratti solo della punta dell’iceberg e che i casi di irregolarità reali siano numerosi. Come noto, l’UE potrebbe decidere – anche se per ora il dossier risulta arenato non essendo stato raggiunto il necessario consenso

– di imporre il pagamento delle indennità di disoccupazione dei frontalieri allo Stato di ultimo impiego e non più come adesso (principalmente) a quello di residenza.
Al proposito, il CF ha già dichiarato pubblicamente che un eventuale cambiamento di sistema nel senso indicato sopra comporterebbe per la Svizzera costi nell’ordine di grandezza di centinaia di milioni di Fr. Oltre al tema dei costi si pone anche quello degli abusi: ovvero, dei frontalieri che potrebbero risultare disoccupati in Svizzera ma poi lavorare in nero in Italia. E’ dunque fondamentale che la Svizzera rifiuti di adeguarsi all’eventuale nuova regolamentazione UE sulla disoccupazione dei frontalieri. Peraltro, pare che il Lussemburgo abbia già concertato delle eccezioni. Tuttavia, in considerazione della politica del cedimento da anni praticata dal Consiglio federale e dalle maggioranze politiche in parlamento nei confronti di ogni e qualsiasi pretesa dell’UE, c’è da temere l’ennesimo “adeguamento”.
Chiedo al CF:
- Nella denegata ipotesi in cui dovesse entrare in vigore la disposizione UE in base a cui a versare le indennità di disoccupazione dei frontalieri dovrà essere lo Stato di ultimo impiego, e la Svizzera decidesse di adeguarsi: come intende il CF evitare che frontalieri beneficiari di rendite LADI in Svizzera lavorino in nero – o anche non in nero – in Italia?
Quali controlli internazionali potrebbero essere messi in atto per evitare abusi? Lorenzo Quadri Consigliere nazionale
Lega dei Ticinesi
Cofirmataria: Roberta Pantani