Ticino, 15 aprile 2019
Sgravi fiscali al ceto medio ed ai “single”: basta scuse!
Le casse cantonali scoppiano: la partitocrazia deve smetterla di tartassare i cittadini
Accipicchia, che è un tesoretto! Anzi, un tesorone! Come sappiamo da settimana scorsa, il consuntivo questo sfigatissimo Cantone chiuderà con ben 137.2 milioni di franchetti di avanzo d’esercizio. Apperò! Il che equivale a 130 milioni in più di quanto iscritto nel preventivo (che indicava un utile di 7.5 mio) e di quasi 70 milioni in più rispetto al dato intermedio reso noto a giugno.
Chissà come mai queste notizie rallegranti per i conti pubblici (ma proprio solo per loro) saltano sempre fuori a ridosso delle elezioni? Se a pensar male si commette peccato ma ci si azzecca quasi sempre, si potrebbe anche pensare che “qualche” ministro delle finanze dell’ex partitone l’abbia fatto di proposito per potersene uscire a dire: “guarda, o popolazzo, come sono stato bravo…”.
Contribuenti: tasche vuote
Resta il fatto che, dopo tanti allarmismi e “lacrime e sangue” a spese del solito sfigato contribuente, si ricasca ancora nello stesso scenario: casse pubbliche che scoppiano di soldi ma tasche della gente vuote. E’ chiaro che non va bene!
Visto che i soldi ci sono, adesso è tempo ed ora di procedere agli sgravi fiscali. Il Ticino in materia di fiscalità è fermo al palo da 15 anni. Le categorie su cui intervenire con urgenza sono il ceto medio (quello che paga per tutti, quello che non è abbastanza “povero” per ricevere aiuti pubblici né abbastanza ricco per poter “ ottimizzare”) e le persone sole, ovvero i cosiddetti “single”.
E’ infatti evidente anche al Gigi di Viganello che la struttura della nostra società è cambiata; che le persone sole senza, o senza più figli a carico sono sempre più numerose; e che queste persone non sono mica tutte benestanti! Basti pensare, tanto per fare un esempio, che a Lugano, sempre nel 2018, oltre il 54% di coloro che hanno beneficiato degli aiuti finanziari elargiti in base al Regolamento sociale comunale sono single. Del fatto che queste persone sono tante (oltre 100mila) e che votano pure, la partitocrazia PLR-PPD-P$$ se ne

è resa conto solo da qualche settimana.
Però, in vista delle elezioni cantonali della scorsa domenica, ha comunque tentato di farle fesse dichiarando di essere favorevole a sgravi fiscali mirati alla categoria. Certo, come no! Peccato che solo nel giugno del 2018 il triciclo PLR-PPD-P$$ abbia votato compatto, con unicamente un paio di eccezioni, contro l’iniziativa parlamentare generica dell’ex deputata Iris Canonica datata 2001 (!) che chiedeva una fiscalità più equa per le persone sole.
Le priorità
Adesso che le casse cantonali scoppiano di soldi, non ci sono più scuse. Urgono: - sgravi al ceto medio ed in particolare ai proprietari di una casetta o appartamento (altro che fare cassetta con le stime immobiliari dopate); - sgravi ai singles; - basta con la macelleria sociale, in particolare per quel che riguarda i sussidi di cassa malati.
Cari politicanti del triciclo, non potete mettere nella palta i ticinesi spalancando le frontiere all’invasione da sud, non potete rottamare il segreto bancario e la piazza finanziaria e poi tagliare sugli aiuti sociali a chi non ha lavoro! Perché siete stati VOI, con le vostre sciagurate “aperture”, a trasformare tanti lavoratori del ceto medio, che avrebbero potuto benissimo continuare ad essere autosufficienti, in disoccupati costretti a far capo alle prestazioni sociali!
Basta immobilismo!
Quindi: visto che i soldi ci sono, avanti con gli sgravi fiscali e basta con i tagli sociali ingiustificati. Se bisogna risparmiare, si comincia a farlo sull’ amministrazione statale (sempre più elefantesca ed opprimente), sui migranti economici, sui finti rifugiati con lo smartphone, e sulla kultura senza pubblico.
Con i conti in attivo di 137 milioni, l’immobilismo fiscale non è più accettabile. Aspettiamo dunque al varco i politicanti neo-eletti o appena rieletti! O vuoi vedere che le promesse elettorali fatte al ceto medio ed ai single sono già state dimenticate, in perfetto stile “passata la festa, gabbato lo santo”?
Lorenzo Quadri / MDD