Ticino, 13 marzo 2019

Salario minimo: chi sono i becchini? Sono i Sinistrati!

I kompagni spalancatori di frontiere, assieme ad ex partitone e PPDog, hanno affossato la preferenza indigena votata dal popolo, che era condizione indispensabile per l’introduzione del salario minimo in Ticino

Come da copione, visto che ormai le elezioni si avvicinano, i kompagni ed i verdi-anguria (verdi fuori, ro$$i dentro) adesso starnazzano perché in Gran Consiglio il salario minimo è nuovamente entrato in fase di stallo, e perché comunque vivendo in Ticino con 3000 Fr al mese non si va lontano (eufemismo).

Chiaramente il P$, sedicente “grande difensore delle donne”, tenta di sviare l’attenzione dallo scandalo degli abusi sessuali commessi rispettivamente imboscati da suoi esponenti, saldamente incadregati nella gerarchia del partito e da esso premiati con cariche pubbliche.

Sicché, cari Sinistrati, prima di mettersi a strillare, è forse il caso di cominciare a fare pulizia in casa.
Se poi pensiamo che l’ex funzionario pluriabusatore P$ “innominabile” (perché del partito “giusto”, con gli amici “giusti”: altro che a favoletta della protezione delle vittime) - non farà un giorno di prigione; -percepisce ancora il lauto stipendio pagato dal solito sfigato contribuente; -se ne andrà in prepensionamento tranquillo come un tre lire; -ha addirittura beneficiato dell’avvocatod'ufficio...

Chi ha rottamato la preferenza indigena?

Comprensibile dunque il tentativo del P$, chiaramente in difficoltà (e ci sarebbe mancato altro) di prodursi in manovre diversive attaccandosi alla telenovela del salario minimo. Con il Consigliere di Stato Manuele “La scuola che NON verrà” Bertoli in prima fila a sbreccare dalla sua paginuzza di faccialibro (facebook). Peccato che si tratti di un nuovo autogoal!

0 Sinistrati, CHI ha affossato la preferenza indigena votata dal popolo perché “ bisogna aprirsi” e perché “ Prima i nostri è roba da beceri razzisti e xenofobi ”? Il Gigi di Viganello? O forse è stato il triciclo PLR-PPD-PSS con il vostro contributo entusiasta?

Il salario minimo senza preferenza indigena non sta in piedi. Sono due facce della stessa medaglia. Cari kompagnuzzi, cosa pensate che succederebbe introducendo il salario minimo nell’attuale regime di devastante libera circolazione delle persone senza limiti, regime voluto e difeso da voi?

Non c’è bisogno di essere dei premi Nobel per l’economia per scoprirlo: 1 ) Salario
minimo che comunque ai ticinesi non permette di vivere, mentre per i frontalieri costituirebbe la manna dal cielo, con paghe che nel Belpaese nemmeno si sognerebbero; logica conseguenza: 2) ulteriore assalto alla diligenza del mercato del lavoro ticinese da parte di frontalieri, a scapito dei residenti. 3) Pressione al ribasso sulle paghe dei ticinesi con tendenza ad appiattirle sul salario minimo; 4) Salario minimo aggirato alla grande, specie da aziende italiche, tramite frontalieri assunti al 50% ma che poi in realtà lavorano al 100%.

Servono meccanismi compensatori

Altrimenti detto: Salario minimo senza preferenza indigena uguale regalo ai frontalieri da un lato, stipendi comunque insufficienti per i ticinesi dall'altro.

E non solo serve la preferenza indigena, ma servono
anche delle misure di compensazione.

Se infatti un ticinese ed un frontaliere ricevono lo stesso stipendio, la differenza di reddito disponibile tra i due è clamorosa. Tra il costo della vita in Ticino e quello in Italia c'è un abisso. Risultato: con la medesima paga il Ticinese tira la cinghia, il frontaliere se la spassa da nababbo.

Vogliamo che i frontalieri ed i ticinesi costino uguale al datore di lavoro? Allora punto primo si fissa un salario minimo che permetta di vivere decorosamente in Ticino, il che non è il caso dei 3000 Fr al mese, e punto secondo si introducono dei meccanismi di compensazione: vale a dire dei prelievi sul salario dei frontalieri, che facciano sì che, a parità di stipendio, ticinesi e frontalieri abbiano anche un tenore di vita equivalente. I soldi prelevati vanno poi utilizzati per finanziare misure d’inserimento professionale a beneficio dei ticinesi.

(Oppure, in alternativa, si portano i costi della vita in Ticino allo stesso livello di quelli in Lombardia: chi ha la bacchetta magica si faccia avanti).

E vogliono pure l’accordo quadro!

Cari kompagni, non volete le 'discriminazioni' di cui sopra tra frontalieri e ticinesi (perché anche i frontalieri sono iscritti ai Sindakati, pagano le relative quote, e sappiamo chi comanda in casa P$)? Ebbene, cari compagni, allora i responsabili dello stallo sul salario minimo siete solo voi.

Senza compensazioni e senza preferenza indigena il salario minimo diventa un vuoto slogan elettorale che non risolve affatto i problemi del mercato
del lavoro ticinese. Genera solo ulteriore iniquità. Uno slogan strillato - e questo è proprio il colmo - da chi lo sfascio del nostro mercato del lavoro l’ha voluto e continua a volerlo, osannando la libera circolazione delle persone. 

Se poi pensiamo che i Sinistrati non solo difendono ad oltranza la libera circolazione perché “devono entrare tutti”, ma vogliono pure sottoscrivere lo sconcio accordo quadro istituzionale che porterebbe, tra altre ed anche più gravi sciagure, pure lo smantellamento delle già striminzite misure accompagnatorie, ecco che ci si rende conto che alla tolla di certuni non c’è davvero limite!

Esempio concreto

Proprio nei giorni scorsi su un gruppo social di frontalieri un baldo giovanotto d’oltreconfine si rallegrava di aver trovato “dopo ben 5 mesi di ricerca (sic!)” un posto di lavoro in Ticino come grafico, inizialmente a 3200 Fr al mese in aumento. E speriamo che nessuno venga a raccontarci la fregnaccia che non ci sono giovani grafici ticinesi.

Certo che ci sono, solo che il lavoro non lo trovano in 5 mesi, ma vanno in disoccupazione prima ed in assistenza poi.

Siamo dunque di fronte ad un vistoso ed ennesimo episodio di soppiantamento di ticinesi con frontalieri (ma come, non erano “solo percezioni”?).
E questo malgrado il salario superiore all’ipotetico salario minimo.

Chi ringraziamo per questo scempio?

Ringraziamo la partitocrazia PLRPPD- PS che ha affossato la preferenza indigena. Perché, con la preferenza indigena in vigore, un permesso G del genere mai verrebbe rilasciato.

Applausi a scena aperta per il triciclo che svende il Ticino!

LORENZO QUADRI / MDD

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