Svizzera, 30 gennaio 2019
Picchiava la moglie e non ha mai lavorato, espulso
Ben 169’812 franchi sono stati versati a un cittadino marocchino che non ha mai lavorato in Svizzera, ma in compenso picchiava la moglie svizzera. Nel frattempo lei l'ha lasciato e l'uomo dovrà fare ritorno in patria.
Classe 1981, il cittadino marocchino giunse in Svizzera nell’aprile 2010 per raggiungere la fidanzata, di nazionalità elvetica. Già nel maggio 2010 nacque una figlia in comune e poco dopo il soggetto chiede un permesso di soggiorno in Svizzera. Ma nel marzo 2011 la donna comunicò all’Ufficio stranieri del canton Neuchâtel che la coppia si era separata, “a causa di violenze coniugali”. Nel marzo 2013 il medesimo ufficio si rifiutò di concedere un permesso di soggiorno al cittadino marocchino, vista la sua dipendenza dall’aiuto sociale e la mancanza di legami con la figlia. Su ricorso, tutte le istanze fino al Tribunale federale confermarono la decisione.
L'uomo avrebbe quindi dovuto tornare a casa. Ma ecco che nell’ottobre 2014 la stessa donna che in precedenza l’aveva accusato di violenze coniugali decide invece di convolare a nozze con lui. Un matrimonio durato poco, visto che già
in novembre i due coniugi smettono di vivere sotto lo stesso tetto e l’anno successivo si separano definitivamente.
Il “matrimonio lampo” diede però al soggetto l’occasione per rifare tutta la trafila e quindi lasciar passare del tempo, mantendendosi grazie all’aiuto sociale. Dopo la separazione l’Ufficio stranieri si rifiutò di concedere un permesso di soggiorno al cittadino marocchino, ma egli presentò ricorso dapprima al dipartimento, poi al Tribunale cantonale e infine al Tribunale federale.
Quest’ultimo si è finalmente espresso, lo scorso 15 gennaio. Nella sentenza pubblicata oggi i giudici confermano che il soggetto non ha alcun diritto di restare in Svizzera. Oltre all’importante debito nei confronti dell’aiuto sociale e al fatto che il suo matrimonio con una cittadina svizzera è durato meno dei necessari tre anni, il cittadino marocchino “non versa i contributi per la figlia, non ha interesse a trovare un lavoro e ha un comportamento tutto fuorché irreprensibile”. Tutti motivi sufficienti per rimandarlo a casa. Con 169’812 franchi di debiti sulle spalle.