In meno di ventiquattr'ore due elementi di spicco del governo inglese si fanno da parte per la stessa ragione, il ministro della Brexit David Davis e, a distanza di qualche ore, il ministro degli esteri Boris Johnson. Il motivo è la linea troppo morbida adottata dal governo May verso l'UE nelle trattative per l'uscita dal Regno Unito dall'Unione europea. Quella linea morbida sull'addio all'Europa scelta dal primo ministro che non sta bene né a Davis né tantomeno al collega Johnson, tra i nomi più in vista nel campo pro-Brexit.
È la futura relazione tra il Regno Unito e Bruxelles la ragione principale del dissenso che ha spaccato Londra, con un mercato unico e un'unione doganale che, nel piano della May, dovrebbero restare in piedi anche dopo che il Paese ha preso la sua strada.
Jeremy Hunt, fino a oggi alla Sanità, ha preso il posto del ministro dimissionario. Ma al di là del turn-over a preoccupare il premier è il fatto che la scelta politica di Johnson possa esporla ulteriormente su una questione estremamente divisiva, che sta dando scossoni importanti al governo.
Gli euroscettici britannici sono convinti che la "linea morbida" sia di fatto un tradimento della volontà popolare e delle promesse fatte a suo tempo, dopo il referendum,