SVIZZERA - Ci sono vicende che sembrano fatte apposta per far alzare più di un sopracciglio. Una di queste è certamente quella dell’ex Macello di Lugano, dove – dopo oltre quattro anni di attesa – si potrà finalmente procedere alla rimozione delle macerie. Un’attesa lunghissima, inspiegabile per molti, e che riporta sotto i riflettori il tema delle tempistiche della giustizia in questo Cantone.
Tempi lunghi… e costi alti. Per liberare l’area basterebbe poco, e invece la fattura supera il mezzo milione di franchi. Motivo? La presenza di piccoli residui di amianto, descritti come quantitativamente minimi e non pericolosi. Una spiegazione che non convince tutti e che alimenta il sospetto di costi gonfiati o poco proporzionati all’intervento necessario.
Ma c’è un secondo punto destinato ad accendere ulteriormente il dibattito: la città dovrà pagare 35mila franchi di indennizzo agli ex occupanti per il materiale che si trovava all’interno dello stabile al momento del crollo. Materiale che, secondo numerose voci critiche, non avrebbe avuto alcun valore reale.
E così, dopo vent’anni di occupazione abusiva, manifestazioni non autorizzate e costi significativi per la collettività, il capitolo si chiude con un indennizzo agli ex occupanti. Un epilogo che molti considerano paradossale e che rilancia interrogativi sulla gestione dell’intera vicenda.





