LUGANO – Il Lugano arrivava al derby dopo la prima vittoria esterna, a Rapperswil, e con un po’ più di fiducia nella testa. L’Ambrì si apprestava ad affrontare la prima stracantonale, e in trasferta, dopo 8 sconfitte consecutive che l’avevano portato sul fondo della classifica. Tutto faceva supporre che i bianconeri avrebbero potuto imporsi con autorevolezza contro i cugini, ma l’hockey non è fatto solo da numeri e alla fine a festeggiare, anche con merito, è stata la squadra di Luca Cereda, capace di sbancare la Cornèr Arena, grazie al sacrificio e alla forza del gruppo, più che alle giocate del singolo.
I 60’ disputati martedì hanno chiarito che il Lugano è ancora in ricostruzione e che, anche mentalmente, non è ancora pronto a fare il salto di qualità che un po’ tutti si aspettavano. Certo, quella rete fantasma non data al 44’ – le immagini non hanno permesso di chiarire se il disco fosse entrato o meno e quindi il gol non è stato giustamente assegnato – poteva cambiare il corso del match, ma su tutto l’arco della sfida Fazzini e compagni hanno faticato a creare grossi grattacapi dalle parti di Senn. Di dischi messi nello slot se ne sono visti pochi, di conclusioni nello specchio della porta anche da posizione interessanti anche meno – con Perlini e company più avvezzi a girare lungo le balaustre o a concludere incredibilmente fuori dalla specchio, piuttosto che scagliare dischi dalle parti dell’estremo difensore ospite – e col solito stucchevole gioco di allungare il disco nell’angolo che aiutava il gioco difensivo dei biancoblù bravi a chiudersi a riccio per poi ripartire o liberare il terzo.
Dall’altra parte della barricata, l’Ambrì ha fatto il suo e ha saputo sfruttare al meglio le occasioni create davanti a Schlegel. Se l’1-0 ha portato la prima firma di Joly in stagione (il gol dell’ex era prevedibile come il sole in estate), autore di un bel tiro angolato al termine di un’azione in cui i leventinesi ci hanno messo cuore e grinta per recuperare un disco dopo un primo intervento miracoloso del portiere luganese, il 2-1 decisivo ha fotografato la differenza delle due squadre. Zwerger e compagni non avevano nulla da perdere e hanno giocato cercando di mettere più dischi possibili nello slot – trovando così la rete del successo – mentre il Lugano è apparso mentalmente ed emotivamente bloccato e impaurito, non riuscendo quasi mai a creare queste opportunità, se non a tratti.
Ora, dalla parte bianconera bisognerà resettare il tutto per cercare di ripartire al più presto, cercando di mettere le proprie bocche da fuoco nella condizione di poter segnare e di fare del male alle difese avversarie, mentre sulla sponda biancoblù, Cereda dovrà essere bravo a gestire l’euforia eccessiva, per provare a ritrovare la retta via, persa quasi subito in campionato dopo l’esordio vincente contro il Kloten. Per capire come andrà, non ci resta che metterci comodi e goderci lo spettacolo.