VOTAZIONI - La discussione attorno all’iniziativa della Lega dei Ticinesi per una più ampia deducibilità dei premi di cassa malati ha mostrato tutte le contraddizioni di una politica smarrita. Piergiuseppe Vescovi, economista, ricorda come la legge fiscale attuale risalga al 1994 e non rifletta più l’aumento costante dei premi. “L’iniziativa rappresenta almeno un parziale rimedio a una palese ingiustizia fiscale, cresciuta negli anni insieme ai costi della salute”, osserva.
In concreto, il testo propone di aumentare le deduzioni di 3’500 franchi per i singoli e di 7’000 per i coniugati. Gli effetti sarebbero tangibili soprattutto per il ceto medio: con un reddito imponibile di 60’000 franchi il risparmio fiscale annuo ammonterebbe a circa 750 franchi per i singoli e a 1’000 per le coppie. Con un imponibile di 100’000, i vantaggi salirebbero rispettivamente a 800 e 1’650 franchi.
Difficile quindi sostenere, come fanno certe voci progressiste, che la misura favorirebbe solo i redditi elevati. Anche a 200’000 franchi il risparmio resterebbe contenuto: 500 franchi per un singolo e 1’000 per i coniugati. “Non si tratta di una svolta epocale, ma finalmente di un gesto concreto verso chi da sempre sopporta gran parte degli oneri di uno Stato costoso e sovradimensionato”, sottolinea Vescovi.
L’impatto sui conti pubblici sarebbe minimo: poco più dell’1% della spesa complessiva, facilmente compensabile con un po’ di risparmio da parte dello Stato. “Con questa iniziativa si offrirebbe almeno al ceto medio un segnale giusto e atteso da tempo”, conclude l’economista.