Mercoledì il Consiglio di Stato del Canton Ginevra ha approvato parte dell'iniziativa legislativa del Mouvement citoyen genevois (MCG) volta a limitare il numero di lavoratori frontalieri impiegati dallo Stato di Ginevra. Il governo ginevrino, ritenendo il requisito della residenza effettiva nel Cantone contrario al diritto superiore, ha eliminato questa disposizione.
Come riporta "Le Matin", l'iniziativa, intitolata "Garantire la sovranità: no ai frontalieri in posizioni strategiche per lo Stato!", chiede che solo i cittadini svizzeri o coloro che sono titolari di un permesso di soggiorno permanente combinato con la residenza effettiva nel Cantone possano accedere a determinate posizioni amministrative, in particolare nei settori finanziario e penitenziario. L'iniziativa è stata depositata con oltre 7'400 firme valide.
Il Consiglio di Stato raccomanda al Gran Consiglio di respingere questa iniziativa e di non presentare un controprogetto. Ritiene che l'attuale quadro giuridico preveda già uno specifico stato di residenza con il Cantone per alcune posizioni "sensibili", come gendarmi, ispettori di polizia giudiziaria e personale responsabile delle indagini sulla naturalizzazione.
È stato ulteriormente chiarito che la legge consente anche di richiedere la residenza nel Cantone quando giustificato dall'interesse pubblico. Pertanto, l'esecutivo ritiene che questa iniziativa riguarderebbe solo poche posizioni: a capo della polizia, della cancelleria e degli uffici chiave. Inoltre, questa proposta è inopportuna, data la prevista carenza di personale nella pubblica amministrazione.
Questa è la seconda iniziativa del MCG volta a limitare il numero di lavoratori transfrontalieri impiegati dallo Stato. La precedente iniziativa, intitolata "Impieghi statali: limitiamo i lavoratori transfrontalieri!", riguardava un numero maggiore di posizioni ed era stata invalidata dal Consiglio di Stato e dai tribunali.






