LUGANO – Siamo a inizio stagione, si sono disputate solo quattro partite ed è inutile creare allarmismi o trarre delle conclusioni. Resta il fatto che le prime giornate del campionato di hockey qualcosa lo hanno detto… e queste “parole” non sono certe benevole per le squadre ticinesi.
Partiamo dal Lugano, reduce da un’ultima stagione disastrosa e da una rivoluzione sia alla transenna che sul ghiaccio. Fin qui i bianconeri hanno racimolato 2 soli punticini in 4 partite, frutto di quattro sconfitte, di cui due all’overtime. Insomma, dalle parti della Cornèr Arena non c’è stato ancora modo di gioire, ma occorrerà di trovare il modo di farlo al più presto. Non solo per la classifica, ma soprattutto per il morale che, dopo la sconfitta di Bienne al supplementare, di sicuro non sarà altissimo. E pensare che alla Tissot Arena – dopo un trittico di partite iniziali davvero complicate – i ragazzi di Mitell, nella loro peggior prestazione stagionale, erano andati vicino alla vittoria, non solo grazie alle reti di Aebischer e di Sanford, ma soprattutto alle parate di uno Schlegel davvero superlativo.
I bianconeri, però, oltre a essere stati sfortunati in occasione del 2-2, sono apparsi un po’ troppo appannati sia in fase offensiva – dove Fazzini non riesce ancora a trovare la via della rete, mentre Sarbossa e Petrini stanno faticando più del dovuto – che nel proprio terzo difensivo. Insomma, una manovra tutto sommato elementare e scolastica, ben letta da un Bienne non trascendentale, lontana da quella mostrata contro ZSC e Zugo, quando Thurkauf e compagni – seppur sconfitti nei 60’ – avevano mostrato anche buone trame. Ripetiamo, siamo a inizio stagione, ma per il Lugano è tempo di iniziare a trovare una quadra.
Quadra che anche l’Ambrì fatica a far sua. Se la vittoria all’esordio col Kloten, giunta a 8” dalla fine della contesa, faceva ben sperare, le successive tre sconfitte maturate iniziano a creare qualche dubbio sulla resa della formazione di Cereda che martedì a Berna ha mostrato diverse crepe. Poche le idee in attacco, confuse le marcature e la fase difensiva davanti a un ottimo Wütrich che ha tenuto a galla i leventinesi, come a dimostrare che la personalità e il carattere dei biancoblù – punto di forza fondamentale in casa Ambrì – stanno incontrando non poche difficoltà.
Anche dalle parti della Gottardo Arena gli stranieri, eccezion fatta per Heed, faticano a trovare i meccanismi e a mettersi in moto. Joly a Berna ha sprecato un paio di ghiotte occasioni, mentre DiDomenico e lo stesso Formenton non sono ancora riusciti a incidere. Parlavamo del carattere… proprio quel carattere, quel fuoco sacro venuto meno nella Capitale dopo il pareggio degli Orsi: l’Ambrì incassato l’1-1 si è completamente spento ed è andato inesorabilmente alla deriva nel corso di un terzo periodo praticamente non giocato.
Insomma, anche Cereda avrà da lavorare per poter far rialzare immediatamente la testa a un gruppo che fatica tremendamente a creare quel momentum, fondamentale in ogni singola partita.