Il Consiglio federale non vuole prolungare la concessione alla diffusione radio via FM. Il governo ha infatti respinto una richiesta della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni del Consiglio Nazionale che lo scorso primo luglio aveva presentato una mozione chiedendo al governo di rinunciare alla dismissione delle radio FM entro il 31 dicembre 2026 e di prorogare invece le attuali concessioni, o addirittura di indire una nuova gara d'appalto per il 2027.
La commissione sostiene che la disattivazione delle FM da parte della SSR alla fine del 2024 ha già comportato una perdita del 25% del suo pubblico e che tale calo sarebbe "drammatico" per le emittenti private. Questa disattivazione costringerà inoltre gli ascoltatori svizzeri a rivolgersi a emittenti straniere, teme. "Nella Svizzera romanda e in Ticino, questa disattivazione ha già innescato una migrazione verso emittenti radiofoniche francesi e italiane", osserva la CTT-N. Va notato che le stesse emittenti radiofoniche regionali romande chiedono un'estensione delle FM. La Commissione osserva che "la transizione al DAB+ sta avvenendo in modo naturale, grazie al graduale aumento dei veicoli equipaggiati, ma più lentamente del previsto" e ritiene pertanto che l'FM debba essere esteso.
Ma il Consiglio federale non è della stessa opinione. Il settore stesso è a favore della prevista fine dell'FM, osserva. "Più di dieci anni fa, le emittenti radiofoniche private hanno concordato un piano di migrazione con la SSR e hanno deciso di abbandonare l'FM entro la fine del 2024 al più tardi", ricorda. Sottolinea di aver già esteso l'FM fino alla fine del 2026. "Fino ad allora, le emittenti hanno la possibilità di trovare soluzioni individuali per migrare con successo al digitale".
Inoltre, a seguito dell'abbandono dell'FM da parte della SSR, molte auto sono state equipaggiate con il DAB+, sostiene. Ciò limiterà la perdita di pubblico per le emittenti private, ritiene. Infine, "una nuova assegnazione delle frequenze FM richiederebbe l'organizzazione di gare d'appalto e ingenti investimenti in infrastrutture obsolete: uno sforzo sproporzionato", sottolinea. Il Consiglio nazionale deve ancora pronunciarsi sulla mozione.