LEGA DEI TICINESI - «Dietro la facciata c’è sempre una persona: con i suoi dubbi, i suoi sacrifici, i suoi momenti di stanchezza e di determinazione», ha raccontato Daniele Piccaluga in un’intervista a laRegione. Il coordinatore della Lega ha ammesso che, in alcune giornate di fuoco, ha pensato di lasciare tutto: «Ho accarezzato l’idea di mandare tutti a quel paese e tornare alla mia vita di prima. Ma sono attimi. Poi basta l’abbraccio di mio figlio o una chiacchierata con chi condivide questo cammino perché il sorriso torni a galla».
La Lega, sottolinea, «non è un comitato del tè coi biscottini. Siamo un movimento che fa discutere perché siamo vivi, fatti di caratteri forti e di idee vere. Meglio cento discussioni autentiche che un silenzio costruito a tavolino». Piccaluga difende il suo metodo diretto: «Mi piace ascoltare la gente, tra un caffè al bar e una stretta di mano al mercato, lì trovi le sensazioni vere che non filtrano dai comunicati stampa».
Piccaluga non nasconde che le recenti polemiche interne e gli attacchi esterni abbiano lasciato il segno: «All’inizio ti scuotono, poi ti formano. Sto lavorando per portare un rinnovamento che possa rafforzare la base e rilanciare il Movimento. E ringrazio chi ci attacca: se si innervosiscono, significa che stiamo toccando i nervi giusti».
Riguardo allo scambio di dossier tra Zali e Gobbi, respinge le critiche: «Un cambiamento concreto che ha mandato nel panico chi non è abituato a rimescolare le carte. In un Paese normale sarebbe passato inosservato, qui invece si organizza una liturgia agostana solo per fare scena. La Lega ha fatto una mossa legittima e utile: alla fine quello che cambia è il saldo del cittadino, che paga anche stavolta».
Fonte: laRegione, 21.7.2025