La Confederazione sta andando incontro ad una deleteria erosione della propria sovranità. Da un lato, il trattato istituzionale con l’Unione Europea – una vera e propria resa, che il Consiglio federale nemmeno vuole sottoporre al referendum obbligatorio. Dall’altro, prosegue l’adesione strisciante alla NATO. E ora sul tavolo c’è pure l’accordo con Bruxelles sull’elettricità.
In parallelo, si apre un fronte altrettanto insidioso: quello dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), un’agenzia dell’ONU che ambisce ad assumere un controllo crescente sulle politiche sanitarie degli Stati membri.
Due i documenti centrali: la revisione del Regolamento Sanitario Internazionale (RSI), approvato dall’Assemblea OMS del 2024, e il Patto pandemico, votato durante l’Assemblea 2025, attualmente in corso.
Il nuovo RSI si applicherà automaticamente agli Stati membri. A meno che esercitino l’opting out: un diritto che la Svizzera può far valere entro il 19 luglio. Ma dal CF non giunge alcun segnale in tal senso.
Il nuovo testo del RSI introduce elementi gravi:
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L’OMS potrà dichiarare emergenze sanitarie globali con valore vincolante.
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Potrà intervenire anche su temi climatici.
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Si prevede l’obbligo di contrastare la “disinformazione”: quindi un potenziale strumento di censura.
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La Svizzera sarà chiamata alla cassa.
Il Patto pandemico, invece, dovrà essere ratificato secondo le regole
costituzionali: quindi passaggio in Parlamento con possibilità di lanciare un referendum.
L’adozione del Patto pandemico comporterebbe una perdita massiccia di sovranità federale, cantonale e popolare in materia di politica sanitaria. L’OMS, organizzazione non eletta da nessuno, disporrebbe infatti degli strumenti più sofisticati per imporre, senza controllo giurisdizionale, misure sanitarie potenzialmente pericolose, inefficaci, lesive dei diritti fondamentali e costose.
Non solo bisogna respingere questo Patto, ma si impone una riflessione più ampia. L’OMS è finanziata per tre quarti da contributi volontari, che possono provenire anche da soggetti privati. Tra questi spicca la Fondazione di Bill Gates. L’organizzazione ha già lanciato una campagna per raccogliere 7 miliardi di dollari entro il 2028. Chi paga, comanda; e si aspetta un ritorno dall’investimento.
Seguendo l’esempio degli Stati Uniti, che hanno annunciato il proprio ritiro, anche la Svizzera deve uscire all’OMS. Tre mozioni in tal senso sono già state depositate in Consiglio nazionale lo scorso marzo. “Ovviamente” il governo ha espresso parere contrario, mentre il parlamento non si è ancora pronunciato.
Se – come auspicabile – ci sarà un referendum contro l’adesione della Svizzera al Patto pandemico, allora sarà il caso di cogliere la palla al balzo per lanciare in contemporanea un’iniziativa popolare per l’uscita dall’OMS.
Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale
Lega dei Ticinesi