UCRAINA - La guerra in Ucraina è una tragedia che colpisce un'intero popolo aggredito. Ma ciò che molti sottovalutano è che la pace, quando arriverà, potrebbe rivelarsi altrettanto difficile. Perché la vera battaglia sarà quella della ricostruzione materiale, sociale e politica di un Paese devastato, svuotato, diviso.
Secondo le stime della Banca Mondiale, già nel 2024 servivano 500 miliardi di dollari per ricostruire l’Ucraina. Ma la guerra è andata avanti, e con essa i danni. La Russia ha cambiato tattica, colpendo non più solo le sottostazioni, ma direttamente le centrali elettriche. Oggi, la stima più realistica parla di quasi 1000 miliardi di dollari.
Chi metterà questi soldi? L’Unione Europea ha già destinato oltre 100 miliardi di euro al riarmo e fatica a trovare nuove risorse. Gli Stati Uniti appaiono sempre più riluttanti a investire altri miliardi in un conflitto che molti iniziano a considerare “europeo”.
E la Cina? Potrebbe avere le risorse, ma non è detto che l’Occidente accetterà mai investimenti cinesi in Ucraina, sapendo che Pechino punta da anni ad espandersi nei Balcani sfruttando le ottime relazioni con Serbia e Ungheria. La ricostruzione rischia di diventare un cavallo di Troia geopolitico.
E poi c’è la questione politica interna. La gestione dei fondi sarà in mano a chi controllerà il potere. Ecco perché le elezioni diventeranno una tappa inevitabile e cruciale, appena verrà meno la legge marziale. Ma saranno elezioni avvelenate, perché significherà dare torto o ragione a una delle fazioni interne.
Le lacerazioni sociali esploderanno. Le famiglie che hanno perso figli al fronte chiederanno conto ai vicini di casa che non hanno mandato nessuno. Ci sarà chi ha perso tutto, e chi è scappato all’estero senza tornare. E soprattutto, ci saranno decine di migliaia di mutilati da assistere, in un Paese in cui le pensioni e gli stipendi statali sono pagati grazie a fondi esterni. Senza aiuti internazionali, il bilancio pubblico ucraino non reggerebbe neppure un mese.
E infine: chi ricostruirà fisicamente l’Ucraina? Chi tornerà a vivere in una città distrutta, se ha trovato rifugio all’estero? Il Paese non solo rischia di restare senza fondi, ma anche senza forza lavoro, senza fiducia, senza coesione.
Per tutte queste ragioni, oggi più che mai, dobbiamo chiederci: per l’Ucraina, la pace sarà davvero l’inizio della guarigione… o l’inizio di un nuovo incubo?
Fonte - Festival geografie - Il Mar Nero a colori: analisi geopolitica di Mirko Mussetti