SVIZZERA - Secondo Lorenzo Quadri, il Ticino è fanale di coda per occupazione tra i profughi ucraini, con meno del 20% che lavora. «Dopo tre anni e mezzo – denuncia – molti non hanno imparato nemmeno l’italiano, nonostante i corsi finanziati dal Cantone con i soldi dei contribuenti». Il deputato leghista critica anche il mancato riconoscimento dei diplomi ucraini: «Perché dovremmo validare titoli ottenuti in un Paese ad alto tasso di corruzione e forse comprati?».
Quadri sottolinea che «gli statuti S latitano nel mondo del lavoro ticinese, ma si vedono eccome nei centri estetici, nelle palestre e negli shopping center». Inoltre, accusa l’eccessiva generosità delle prestazioni sociali, che «disincentivano la ricerca di un’occupazione».
Il Consigliere nazionale leghista punta il dito anche contro le pretese avanzate da alcune associazioni ucraine, che hanno criticato l’esibizione del pianista russo Nikolai Lugansky. «Abbiamo speso 5,2 miliardi per mantenere i profughi e tra pochi anni ne verseremo altri 5. E loro, invece di ringraziare, pretendono pure di decidere chi può suonare in Svizzera».
Sul piano politico, Quadri ribadisce la sua opposizione alla «fallita UE» e al suo sostegno miliardario a Kiev: «L’Europa darà altri 100 miliardi all’Ucraina e verrà a battere cassa anche da noi. È ora di rimandare a casa una parte degli statuti S e di chiudere i rubinetti a Zelensky».
Infine, l’esponente leghista denuncia il clima di corruzione diffuso sia a Kiev che a Bruxelles: «Zelensky ha messo al guinzaglio le autorità anticorruzione, e intanto nell’UE esplodono scandali come Qatargate e Pfizergate. Noi dovremmo farci dare ordini da questi? #swissexit».