Per prevenire gli omicidi nelle case private, i fucili e pistole dell'esercito devono essere confiscate ai proprietari. Questa è, almeno, l'opinione della Consigliera Nazionale Socialista Priska Seiler Graf che ha presentato un disegno di legge che obbligherebbe i proprietari di armi d'ordinanza che non hanno utilizzato per il tiro al bersaglio per più di dieci anni a consegnare le loro pistole o fucili.
La parlamentare si basa su uno studio dell'Ufficio federale per l'uguaglianza di genere, che conclude "che pistole ed ex armi dell'esercito vengono utilizzate nella maggior parte degli omicidi con armi da fuoco commessi in ambito domestico". "L'esercito non è responsabile della fornitura di armi del delitto agli uomini svizzeri", dichiara la parlamentare di Zurigo.
Il disegno di legge è stato firmato da politici dei Verdi e dei Verdi Liberali, ma ha suscitato perplessità tra i deputati conservatori. "Negli omicidi, il problema non è l'arma, ma l'essere umano", sostiene il Consigliere agli Stati Werner Salzmann (UDC/BE). Ritiene che le leggi siano già sufficientemente severe. Per lui, questa proposta è "un attacco generalizzato ai possessori legali di armi e ai cittadini irreprensibili, e deve quindi essere nettamente respinta".
Anche il Consigliere Nazionale Martin Candinas (C/GR) è critico: "I possessori di armi da fuoco, e in particolare coloro che appartengono a circoli di tiro, sono purtroppo troppo spesso vittime di una sorta di sospetto generalizzato". Il presidente del Festa federale di tiro 2026 sottolinea che la stragrande maggioranza dei possessori di armi da fuoco sono concittadini onesti e coscienziosi.