TICINO - Tra il 2018 e il 2024 i posti di lavoro occupati da cittadini svizzeri in Ticino sono passati da 118'800 a 108'600. Diecimila in meno. Il totale di lavoratori svizzeri è di 108'600 unità, quello di lavoratori stranieri di 132'300. Una vera emorragia occupazionale che colpisce quasi solo i residenti. Nel frattempo, i frontalieri sono cresciuti da 67'800 a 79'400. Recentemente il trend sembra essere stabile o negativo, data l'introduzione della tassazione in Italia dei "nuovi" frontalieri.
Va notato inoltre che l'entrata di nuovi frontalieri non si è del tutto azzerata e nell’ultimo anno, secondo i dati ufficiali, ben 724 nuovi frontalieri hanno iniziato a lavorare in Ticino. Il motivo è semplice: il nostro Cantone resta vantaggioso per chi viene da oltreconfine. Nonostante la crisi, nonostante la stagnazione economica, nonostante gli accordi di tassazione, nonostante tutto.
Il problema non sono i singoli frontalieri, che legittimamente cercano un impiego. Il problema è un sistema elvetico che purtroppo pur di tenere in piedi i rapporti con l'UE - di cui semmai si avvantaggiano solo certi cantoni - scarica le difficoltà sui ticinesi. E mentre si celebrano fantomatici “cali dello 0,1%”, nessuno ha il coraggio di dire la verità: il lavoro in Ticino sta sparendo per i ticinesi.