TICINO – La scuola pubblica deve tornare ad essere un luogo di conoscenza, di sviluppo del senso critico e di rispetto per le istituzioni, la cultura locale e i valori fondamentali della Confederazione e del Canton Ticino. Questo è il cuore di una nuova iniziativa presentata in Gran Consiglio che mira a fermare la crescente deriva ideologica che sta infiltrandosi negli istituti scolastici ticinesi.
Negli ultimi anni, infatti, si è moltiplicata l’introduzione nelle aule di attività ispirate a movimenti internazionali e agende ideologiche spesso lontane – se non addirittura estranee – al nostro contesto culturale e giuridico. Si tratta di iniziative che rischiano di trasformare la scuola in uno strumento di propaganda, a scapito della neutralità educativa e del pluralismo delle idee.
Una scuola neutrale, non un laboratorio politico
L’iniziativa chiede l’elaborazione di una base legale chiara che metta un freno alla politicizzazione dell’ambiente scolastico. Quattro i punti cardine della proposta:
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Divieto di attività ideologiche o attivistiche: stop a progetti e corsi riconducibili a correnti politiche radicali o movimenti globali che non riflettano il contesto svizzero e ticinese. Vietata anche la diffusione di visioni parziali su temi politici e sociali, senza il necessario contraddittorio.
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Neutralità e valorizzazione della cultura locale: ogni attività scolastica dovrà rispettare il principio di neutralità politica e culturale, promuovendo piuttosto il patrimonio storico svizzero e l’identità ticinese.
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Controllo preventivo sui progetti esterni: le autorità scolastiche dovranno validare in anticipo ogni proposta proveniente da enti esterni, con la possibilità di rifiutarla se non rispetta i criteri di neutralità.
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Diritto all’informazione per le famiglie: i genitori dovranno essere informati preventivamente sulle attività extracurricolari, con facoltà di chiedere l’esonero del proprio figlio in caso di contenuti ritenuti inappropriati.
Difendere la coesione sociale
L’obiettivo è chiaro: proteggere l’ambiente educativo da derive ideologiche che rischiano di compromettere la formazione equilibrata e libera dei giovani. “È essenziale difendere la neutralità della scuola pubblica per garantire la coesione sociale e una crescita armoniosa delle nuove generazioni”, si legge nel testo dell’iniziativa.
Un messaggio forte e chiaro: la scuola deve essere un luogo di sapere, non di militanza (di sinistra).