Che l'UDC sia un partito troppo a sinistra non è una critica che si sente spesso. Eppure è proprio questa l'opinione del presidente del PLR Thierry Burkart. In un'intervista rilasciata a CH Media e pubblicata questo sabato, Burkart evoca le difficoltà che il suo partito sta attualmente incontrando nel collaborare con gli altri partiti. Come il PS, con il quale si dice pronto a trovare accordi “qua e là”, ma “questo partito è attualmente più ideologico e intransigente che mai”, deplora l'argoviese.
Quanto al Centro, “è sempre meno disposto a collaborare nel campo borghese”, continua. Solo nel Consiglio degli Stati la collaborazione funziona bene”. Il capo del PLR aggiunge però che, secondo lui, il Centro adotta sempre più una posizione di sinistra, soprattutto sulle questioni di politica sociale e sociale.
Ma è soprattutto quando parla dell'Udc che Burkart sorprende, soprattutto quando l'accusa di scivolare sempre più a sinistra. Cita ad esempio l’iniziativa sulla neutralità, a cui il suo partito si oppone e che “isolerebbe la Svizzera”, o il finanziamento uniforme delle prestazioni mediche stazionarie e ambulatoriali. "L'UDC sta diventando un volgare partito populista europeo e sta perdendo il suo orientamento economicamente liberale", dice il leader del PLR.
Contattato da “20 Minuten”, il presidente dell'Udc Marcel Dettling spiega di non aver apprezzato affatto le dichiarazioni del collega. "Ciò dimostra quanto disperatamente il PLR cerchi di distogliere l'attenzione dai propri fallimenti negli ultimi anni", lamenta lo svittese. Quest’ultimo ritiene “ridicole” le critiche rivolte al suo partito, soprattutto in ambito sanitario. “Nessun altro partito ha tanti mandati di lobbying come il PLR. Non sorprende quindi che non sostenga chi paga i premi. In ogni caso, per il capo dell'UDC si tratta ora di "mettere ordine nel caos dell'asilo, di fermare l'immigrazione di massa e di difendere l'indipendenza degli svizzeri".