Fonte: Dagospia
La Germania ha annunciato un giro di vite ai propri confini, introducendo dal 16 settembre controlli serrati su tutti i valichi di frontiera. Questa decisione, presa dal governo di Olaf Scholz, arriva in risposta all'attentato islamista di Solingen e segna una significativa svolta nella politica migratoria tedesca, che rischia di avere ripercussioni importanti su tutta l'Europa.
La ministra dell’Interno, Nancy Faeser, ha disposto l'introduzione di controlli sistematici lungo tutte le frontiere della Germania, misura già comunicata alla Commissione Europea. Secondo Faeser, la necessità di proteggere la sicurezza interna contro minacce come il terrorismo islamista e la criminalità transfrontaliera giustifica questo rafforzamento dei confini. Oltre ai controlli, il governo tedesco ha in programma l’adozione di un nuovo modello di respingimento dei migranti, conforme alle norme europee ma più severo di quello attualmente in vigore. Nel solo anno trascorso, dall’ottobre 2023, oltre 30.000 persone sono già state respinte alle frontiere tedesche.
La mossa, però, non è stata accolta senza resistenze. Il capo dell’opposizione, Friedrich Merz, ha sfidato Scholz a realizzare una riforma della politica migratoria, offrendo persino i voti della CDU per una possibile coalizione nazionale, qualora il governo non riesca a procedere autonomamente.
La Germania, però, dovrà fare i conti con la risposta degli altri Paesi europei: l'Austria ha già dichiarato di non accettare indietro i richiedenti asilo che, secondo il regolamento di Dublino, dovrebbero chiedere protezione nel primo Paese europeo di approdo. Anche l'Italia, da cui provengono circa 20.000 migranti negli ultimi due anni, ha sospeso unilateralmente i rimpatri, complicando ulteriormente la situazione.Per l'Europa, questa mossa tedesca rappresenta un messaggio chiaro: Berlino ha deciso di cambiare approccio e intensificare i controlli alle sue frontiere, nonostante le difficoltà che potrebbe incontrare con i vicini.