Anche se le vendite stano rallentando, il numero di veicoli elettrici circolanti in Svizzera continua ad aumentare. All'inizio dell'anno il Consiglio federale aveva introdotto una tassa sulla loro importazione. Ora, una nuova tassa dovrebbe essere introdotta sui chilometri percorsi o sulla corrente utilizzata, come avviene per il carburante nei motori a benzina. Perché mentre la tassa sul carburante porta sempre meno, le perdite sono stimate a 300 milioni all'anno. Confederazione e Cantoni cercano soluzioni per riequilibrare i propri conti.
Due idee sono favorevoli all'Ufficio federale delle strade (USTRA), su mandato del consigliere federale Albert Rösti. La prima vuole tassare l'energia utilizzata, cioè i kilowattora di corrente caricata, sul modello dell'imposta al litro detratta direttamente alla pompa. La seconda riguarda i chilometri percorsi, il che potrebbe comportare l'obbligo di collegare un GPS.
Dato che i chilometri percorsi all’estero non possono essere tassati dalla Confederazione, sarebbe necessario un dispositivo di tracciamento per indicare quando viene attraversato un confine. Entra poi in gioco la questione della protezione dei dati. L'USTRA resta per il momento sul vago: “Ci sono ancora questioni aperte che dovranno essere chiarite prima dell'inizio della consultazione”.
L’imposta sul kilowattora sembra semplice ma presenta a sua volta complicazioni. A differenza delle stazioni di servizio, l'elettricità può provenire da diverse fonti, comprese quella di pannelli solari di proprietà di privati. La Confederazione si chiede allora se non sarebbe saggio installare contatori specifici su ogni tipologia di terminale. Occorre inoltre risolvere la questione della presa in considerazione del peso dei veicoli. L'UDC teme che questa distinzione apra la strada ai pedaggi. Le divergenze e gli interrogativi sono quindi numerosi. L'USTRA dovrebbe consultare gli ambienti interessati a partire dall'inizio del prossimo anno sulle opzioni scelte.